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27 luglio 2007

Citizen Media: Media Literacy E Citizen Journalism – Il Pensiero di Dan Gillmor

Citizen Media: a che punto siamo?

Dan Gillmor ha fatto un lavoro eccellente nell'identificare ed analizzare argutamente lo stato dei citizen media che continuano a suscitare sempre maggior interesse e ad allargare i loro confini con un ritmo implacabile.
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Photo credit: Ophelia Cherry

In questo articolo pubblicato alcuni giorni fa, Dan delinea non solo i numerosi sviluppi, i successi e i fallimenti avvenuti nell'universo citizen media, ma evidenza e confronta anche questi sviluppi con la contemporanea debacle patita dai mezzi di comunicazione tradizionali. Anche gli editori indipendenti che hanno ignorato i cambiamenti in atto nel vasto panorama mediatico stanno ora pagando sempre più a caro prezzo la loro miopia.

Ma la buona news riguarda i progetti media grassroots inspirati dai cittadini; infatti osserviamo come pullulino di sperimentazioni e nuove idee, e se è vero che solo pochi hanno avuto successo, le opportunità ancora disponibili per chiunque abbia in serbo nuove idee rimangono enormi.

Nel mondo dei nuovi media, Dan Gillmor sottolinea che "c'è un senso di esplorazione". E' estremamente difficile riuscire a coniugare i modelli e gli approcci per fare informazione grassroots con l'utilità fornendo al contempo una sostenibilità etica; per questo gli editori indipendenti di qualsiasi dimensione stanno testando e sperimentando attivamente nuovi approcci.

"Il costo di sperimentazione delle nuove idee sta tendendo a zero. Ciò significa che sempre più persone testeranno -- e già testano -- le possibilità offerte dai nuovi media."

Ma in questa girandola di esplorazioni, sperimentazioni e test, dobbiamo riporre la massima attenzione nello sviluppo di una consapevolezza relativa alla media literacy condivisa che sia in grado di guidare, preservare e trasformare le nostre migliori idee giornalistiche in output di valore. Comprendere perché e come possiamo servire al meglio i nostri lettori, tenendo allo stesso tempo intatto il nostro interesse, è certamente una responsabilità fondamentale di tutti gli editori indipendenti esistenti.

Se anche tu sei un editore indipendente, un autore, un blogger, un giornalista, penso seriamente che dovresti leggere attentamente questa analisi. Personalmente l'ho trovata molto pregnante e ispirante...una bella ventata d'aria fresca!
Eccola in esclusiva per i lettori italiani di MasterNewMedia: (Introduzione di Robin Good)

 

Citizen Media: A Progress Report

di Dan Gillmor

Durante il mio intervento del mese scorso al OhmyNews International Citizen Reporters' Forum a Seoul, mi è stato domandato di offrire un'analisi annuale sullo stato del citizen journalism. Riassumendo:

Abbiamo fatto molta strada. C'è un crescente riconoscimento ed apprezzamento sulle ragioni che ritengono importante il citizen journalism. Investimenti, dalle organizzazioni media e altri, stanno finanziando esperimenti di vario tipo. I modelli di ricavi iniziano a prendere forma. E, cosa ancor più importante, c'è una vera propria inondazione di idee incredibili.

Ma dobbiamo fare ancora molta, moltissima strada. Abbiamo bisogno di sperimentare ancora nel giornalismo e nei progetti per l'informazione delle community. I modelli di business sono, al meglio, incerti -- e sapere di alcuni eclatanti fallimenti può essere scoraggiante. Avere a che fare con concetti come fiducia, credibilità ed etica è essenziale; come lo sono nuovi strumenti e competenze, inclusa una nozione aggiornata di media literacy.
Ecco i principali 10 punti che ho trattato:



1. Il Riconoscimento Dei Citizen Media.

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Nessuno dubita che ora abbiamo l'attenzione praticamente di tutti. Oggi, cercando "citizen journalism" su Google News, escono fuori più di 700 risultati, benché alcuni siano doppioni ed altri provengano da OhmyNews stesso.

Il video, in particolare, è diventato l'elemento esenziale del fenomeno citizen-media. Il famoso video con il titolo "Macaca" nel quale George Allen (candidato al senato per la Virginia lo scorso anno) ridicolizza un spettatore di colore che lo sta filmando chiamandolo appunto "macaca", ha aiutato a decretarne la sconfitta. E questo episodio dimostra come è più probabile che dei semplici passanti dotati di fotocamere riescano ad immortalare i principali eventi pubblici più dei professionisti, almeno nei primi minuti.
Anche le principali organizzazioni noprofit sono salite sul carro con ancora maggior vigore. All'apice della lista troviamo la Knight Foundation (che ha finanziato uno dei nostri quattro progetti), con la sua 21st Century News Challenge dal valore di svariati milioni di dollari (molti vincitori sono legati anche a questo centro).




2. I Media Tradizionali Iniziano A Scoprirlo Ora

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E' stato rincuorante vedere le tradizionali organizzazioni mediatiche, di ogni dimensione, muovere i primi passi in questa arena. Oh, gran parte dei quotidiani hanno dei dipendenti addetti al blog, e questo è un buon inizio, ma le organizzazioni che riescono a guardare più in là stanno iniziando ad invitare il loro pubblico a partecipare attivamente al giornalismo - ed è qui che le cose si fanno davvero interessanti.

Così Le Monde offre blog ai lettori, e sfrutta il talento di alcuni per trasformarli in celebrità online. In Florida, il Ft. Myers News-Press ha chiesto ai lettori aiuto nell'indagare sui politici del luogo, ottenendo risultati incredibili. Il giornale tedesco Bild ha chiesto ai lettori di diventare "citizen paparazzi" -- un'attività discutibile a mio modo di vedere, date le implicazioni relative alla privacy, ma una mossa che ci mostra quale sarà il futuro. In Svezia, Aftonbladet offre un portale blog.

Ora sto lavorando formalmente e informalmente con svariate organizzazioni a progetti che sarebbero davvero meravigliosi se avessero successo, ma che certamente ci torneranno utili per scoprire cosa funziona e cosa no.

La Sperimentazione -- vedi sotto -- è abbondante, sia fra i professionisti che fra gli amatori, e questa è una cosa meravigliosa.




3. La Forte Reazione Negativa

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C'è sempre una forte reazione negativa contro le cose nuove. Talvolta si palesa nella forma di paura reazionaria e disinformata oppure di avversione. A volte sottoforma di pesanti critiche. Ma è sempre importante fare molta attenzione.

Quali possono essere le preoccupazioni della maggior parte dei critici onesti? Fra le altre cose, la sensazione che l'amatorializzazione dei media comporti un notevole abbassamento della qualità.

Consideriamo Encyclopedia Britannica. Queste persone hanno visto il loro core business, se non la loro stessa ragion d'essere, venire sfidato dal mondo online, in particolar modo da Wikipedia. Non dimentichiamo mai che si tratta di progetti molto differenti; Britannica è pertanto partita all'attacco, dando voce nei suoi nuovi blog ai critici dei citizen-media, tuttavia alcuni si sono in gran parte autoscreditati e altri hanno visto le loro argomentazioni sistematicamente fatte a pezzi. ( "Web 2.0: The Sleep of Reason Brings Forth Monsters" di Michael Gorman e la confutazione di Clay Shirky, "Old Revolutions, Good; New Revolutions, Bad" sono un primo esempio della seconda situazione.)

I critici hanno anche sollevato legittimamente preoccupazioni etiche. Essi hanno notato come lo standard dei media tradizionali -- spesso violato, naturalmente -- tenda a prevenire aperte interferenze con il giornalismo sulle notizie soggette ad insabbiamento. E torniamo di nuovo a questo.




4. Strumenti ed Idee

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Non c'è stato mai un periodo migliore per sperimentare cose nuove. Siamo pressoché sommersi da una valanga di idee e strumenti con un'enorme potenziale per fare giornalismo in maniera davvero differente -- e migliore.

Le idee e gli strumenti sono ovunque. Considera i seguenti esempi fra i migliaia che potrei elencare:

  • NewAssignment.net di Jay Rosen, dove il "crowdsourcing" giornalistico professionista ed amatoriale sta diventando sempre più vero, e dove il potenziale miglioramento del giornalismo è incredibile.


  • I map mashup, come la Tunisian Prison Map che sta portando alla luce il soffocamento del dissenso politico da parte di un regime repressivo.


  • Nuovi strumenti di comunicazione mobile come l'Apple iPhone e il Nokia N95 danno il là ad una grande evoluzione nella produzione media.


  • Placeblogger, dove Lisa Williams ha aggregato un nuovo tipo di local media e sta lavorando ad un sistema di geo-tagging che potrebbe stimolare inserzioni pubblicitarie a livello locale.


  • Pambazuka News, un servizio africano di podcasting che si autodefinisce un "forum settimanale per la giustizia sociale in Africa."

Tutti questi avvenimenti hanno in comune il senso dell'esplorazione. E proprio questo sarebbe qualcosa da celebrare.




5. Problematiche Business

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La disgregazione nell'economia dei media tradizionali è sempre più evidente. I licenziamenti abbondano nelle principali compagnie mediatiche, e la litania della paura e dell'avversione nelle notizie relative al business è scoraggiante.
Allo stesso modo gli sforzi dei citizen media soi concentrano nella ricerca di modelli di business sostenibili. L'anno passato ci sono stati alcuni segnali incoraggianti, ma non così tanti da darci maggior confidenza; ciò è testimoniato dai fallimenti di molte startup d'alto profilo.

I siti per news nicchia e alcuni basati sui citizen-media stanno crescendo rapidamente, quando la qualità è sufficientemente alta e specialmente quando gli inserzionisti pubblicitari vedono un mercato da colonizzare. Quando Om Malik è riuscito ad ottenere dei finanziamenti per espandere la sua attività di giornalismo, per esempio, le persone che avevano a cuore l'emergenza di un nuovo giornalismo hanno esultato.
In Israele, Scoop, un sito citizen-journalism che ha preso a modello OhmyNews, ha fatto un grosso accordo pubblicitario con Orange, un grande provider delle telecomunicazioni. NowPublic ha concluso un affare con Associated Press nel quale l'agenzia di stampa può utilizzare le foto dei cittadini nei propri report.

Anche le fondazioni iniziano a fare molta attenzione a questo mercato. 21st Century News Challenge della Knight Foundation ha immesso un po' di soldi nel mercato dei media emergenti, finanziando vari progetti che hanno un enorme potenziale.

Nonostante molti progressi, abbiamo avuto una marea di fallimenti.

Il fiasco di Backfence ha ricevuto molta attenzione, ma non è stato l'unico progetto ad avere questa sorte.
Forse il più deludente, dal mio punto di vista, è stata la perdita di finanziamenti della noprofit Radio Open Source, un sito che stava facendo alcune delle cose più innovative che io abbia mai visto.




6. La Sperimentazione Non Costa Tanto

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Il costo di sperimentazione delle nuove idee sta tendendo a zero. Ciò significa che sempre più persone testeranno -- e già testano -- le possibilità offerte dai nuovi media.
Clay Shirky ha fatto alcune acute analisi di questo fenomeno. Egli descrive la lezione di SourceForge, il sito dove gli sviluppatori di software open-source postano i loro progetti di modo tale che altre persone possano scaricarli, analizzarli e magari migliorarli. Clay fa notare come la stragrande maggioranza dei progetti di SourceForge sono, per definizione, fallimenti. Ma queste decine di migliaia singolarmente considerati sono economici, ed hanno creato il palcoscenico per pochi ma enormi successi. Cosa implica questo? Cay scrive:

"Il basso costo del fallimento significa che qualcuno con una nuova idea non deve convincere nessun altro a sperimentarla -- vi sono ben poche barriere istituzionali fra pensiero ed azione."

Così ciò che i vari dipartimenti di Ricerca & Sviluppo delle industrie delle news avrebbero dovuto fare anni or sono, sta accadendo ora in maniera molto più distribuita.

E' vero, qualcosa è stato fatto da persone dentro alle compagnie media, ma la maggior parte no - e sarà sempre più così. Avverrà nelle università, nei laboratori aziendali, nei garage e sui tavoli delle cucine.

In altre parole, non solo non devi chiedere il permesso, ma tra l'altro non hai nemmeno bisogno di tanti soldi. Ecco una ragione per la quale sono molto ottimista sul futuro dei media, e del giornalismo.




7. Alcuni Esperimenti Da Portare Avanti

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Le possibilità sono infinite, ma ho alcuni suggerimenti per il tipo di progetti economici che mi piacerebbe vedere. In molti casi li sto seguendo personalmente.
Uno riguarda l'esplorazione dell'arena mobile. Questo progetto ha molteplici componenti. Stiamo portando la rete con noi, non abbiamo più bisogno di un PC. Non che sia una grande notizia per tutte le persone che vivono in alcune parti dell'Europa e dell'Asia, ma negli USA la rivoluzione tanto attesa è finalmente realtà.
Visto come questi apparecchi (penso ai "telefoni" prodotti da Apple e Nokia dove la comunicazione vocale è probabilmente la funzionalità meno interessante) crescono in termini di funzionalità e sofisticatezza, possiamo non solo ricevere ed interagire con informazioni quando e dove vogliamo ma possiamo anche contribuire alla conoscenza collettiva da dove siamo, in maniera davvero simile al concetto di tempo reale.

Un'altra arena da seguire è anch'essa per la maggior parte non sfruttata. Lo metterò nella categoria di quello che un ricercatore della Microsoft di nome Marc Smith mi ha detto una volta. Parafrasando, mi ha detto che non solo ogni persona poteva raccontare una storia, ma sempre più anche -- grazie ai codici a barre e ai tag radio -- ogni oggetto. Il potenziale è semplicemente rivoluzionario se ci pensiamo un attimo.
La mia filosofia di sperimentazione:

  • Apertura

    Usare tecnologie aperte, ed essere aperti con gli altri a proposito di ciò che stiamo facendo. Ora, è meglio che una persona lavori di nascosto se ha un'idea veramente spettacolare che può diventare un business di successo, ma la maggior parte delle idee ricevono maggiore spinta con l'aiuto di altri che si interessano a quello che stai facendo.



  • Utilizzare gli strumenti già esistenti

    Reinventare la ruota è un uso ben poco produttivo del tempo nell'arena degli esperimenti. Vi sono buone chances che molti se non tutti gli strumenti di cui hai bisogno esistano già.



  • Collaborazione

    Lavora con chiunque e con tutti.



  • Prendi rischi

    Questo è di gran lunga il più importante. La Silicon Valley, nella quale ho vissuto per oltre una decade, mi ha rivelato una verità cruciale, che una cultura basata sul prendere rischi è una precondizione per un enorme successo. Il basso costo di tentare e di conseguenza di fallire, rimuove virtualmente tutte le ragioni per non cogliere queste chances.




8. Etica, Affidabilità, Civiltà

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Le critiche forse diventano più aspre quando si sollevano questioni di fiducia sui citizen media. Non è abbastanza per quelli che come noi lavorano nel campo far notare come anche per i media tradizionali lo stesso discorso è valido. Dobbiamo conoscere a fondo il problema per trovare una soluzione.

Alcuni esempi recenti di attività discutibili evidenziano il problema. Ciò che è incoraggiante è che questi fatti iniziano ad essere denunciati e divulgati, non solo dalla folla di citizen media ma anche in molti casi, dalle grandi organizzazioni mediatiche.

Per esempio, il blog "Wal-Marting Across America", aperto da due fan non affiliati di questa colosso della vendita al dettaglio, si è rivelato essere una bravata di un PR. E le odiose operazioni Pay-Per-Post, propriamente ribattezzate "stupide e infernali" da Jason Calacanis, dimostrano come le tematiche etiche siano importanti nella blogosfera così come lo sono nei media tradizionali.

E al risveglio delle preoccupazioni non nuove sulla civiltà online, alcune persone ben intenzionate hanno iniziato un'utile discussione sul fatto che i blogger -- e per esteso, tutti i creatori di citizen media -- abbiano bisogno di una sorta di codice di condotta o un sistema di organizzazione (o entrambi) che guidino le loro attività e spieghino il loro approccio a quello che fanno. La mia osservazione qui è che questa sia una discussione di valore, ma questa richiesta ai blogger di aderire al codice di qualcun altro, in maniera anche informale, difficilmente sarà messa in pratica, sebbene sia probabilmente una buona cosa.




9. Assistere la Fiducia

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Nel frattempo, abbiamo ampie opportunità di trovare modi per amplificare la credibilità dei citizen media -- e quella di tutti i giornalisti, in qualsiasi forma lavorino -- con tecniche e strumenti aggiornati.

NewsTrust è uno di questi progetti. Usa una combinazione di concetti, inclusi alcuni strumenti social networking, "per aiutare le persone a riconoscere il giornalismo di qualità - o 'le news a cui credere.' Il punteggio dato alle news dagli utenti del sito è basato sulla qualità, non solo sulla popolarità.

Il che mi porta a considerare un obbiettivo assolutamente essenziale in questa arena: muovendo dall'idea del Daily Me al Daily Us. Ci stiamo avvicinando sempre più al primo, con gli aggregatori RSS ed altri strumenti che ci aiutano a raccogliere le news dalle fonti che desideriamo.

Più di recente, siti come Digg e NewsVine hanno aggiunto una forte misura della popolarità al mix. Questi creano delle comunità di utenti che votano storie, e grazie a questo processo aiutano ad identificare almeno le cose importanti, interessanti o soltanto strane fra le news attuali.
Ma la popolarità non riesce a risolvere il nostro puzzle. Abbiamo bisogno di aggiungere la reputazione, una cosa estremamente facile a dirsi ma incredibilmente complicata a farsi. (Scriverò su questo argomento presto.) E' sufficiente dire che chiunque riesca a risolverlo farà un sacco di soldi; secondo me è un territorio simile al sacro graal per riuscire a distinguere le cose buone dalle cattive, l'utile dal triviale, il vero dal falso.




10. Media Literacy

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Ciò che sta diventando sempre più chiaro è la necessità di aggiornare la media literacy in un'era saturata dai media. Quando le persone sono in grado di creare media attivamente, e non solo di consumarli passivamente, il compito è molto più complesso -- ma più importante che mai.

Pensa alla media literacy in termini di principi, non come un insieme di specifiche istruzioni da seguire rigorosamente. Essi differiscono in qualche modo a seconda del ruolo che uno intende avere nell'ecosistema mediatico.

Ma anche chi fra noi produce media è anche sempre più spesso consumatore. Quando siamo in questo ruolo, dobbiamo considerare questi principi:

  • Sii scettico

    Dobbiamo essere scettici nei confronti praticamente di tutti i media. Ciò non significa prendere o attribuire attendibilità a ciò che leggiamo, vediamo o ascoltiamo da media di tutti i tipi, sia dai media informativi tradizionali, i blog, i video online o quello che vuoi.



  • Utilizza un "misuratore della fiducia" interno

    Ma essere scettico su qualsiasi cosa non significa essere egualmente scettico su ogni cosa. Ecco perché abbiamo bisogno di dare ai media moderni lo stesso tipo di analisi che abbiamo imparato in tempi meno complessi quando c'erano solo poche fonti informative. Immagina una scala di credibilità compresa tra + e - 10. Io darei automaticamente agli articoli del New York Times o Wall Street Journal un più 8 o 9; non suppongo che siano perfetti ma devo avere fiducia in quanto negli articoli fatti dalla maggior parte dei giornalisti di queste testate viene infuso un grande sforzo per lavorare al meglio. Per contro, un commento anonimo su un blog a caso, inizia da meno 8 o 9; deve fare molta strada per arrivare ad avere almeno una credibilità pari a zero.



  • Imparare le tecniche media

    Le persone più giovani stanno già imparando molto in fretta. Ho il sospetto però che loro -- e pressoché chiunque altro -- non comprendano a fondo quanto la comunicazione sia progettata per persuadere le persone, e come possiamo essere manipolati. Dobbiamo imparare noi stessi, ed insegnare ai nostri figli, come i media funzionino in maniera differente dell'essere semplicemente in grado di scattare una foto con un cellulare o postare qualcosa su un blog.



  • Continua ad Indagare

    Nessuno dotato di un briciolo di buon senso comprerebbe una macchina basandosi solamente su uno spot televisivo. Facciamo delle ricerche. E' il tipo di ricerche ed indagini che fa un giornalista. Quindi chiamiamo questa un'indagine. Dobbiamo riconoscere quanto sia folle prendere una decisione importante per la nostra vita basandoci su qualcosa che abbiamo letto, sentito o visto -- e quanto sia necessario indagare, talvolta anche molto approfonditamente, per capire se abbiamo fatto le scelte giuste.




Troverai ognuno dei seguenti principi nel cassetta degli attrezzi di ogni giornalista. Ma il creatore di media che vuole parlare alle altre persone delle cose piccole e grandi che succedono nel mondo, dovrebbe avere un po' più principi.

Per i giornalisti, "amatoriali" o professionisti, questi principi sono:


  • Completezza
    Un reporter deve tentare di scoprire quanto più possibile su un argomento. E' meglio che tu sappia più di quello che scrivi piuttosto che trascurare parti importanti nella tua storia. I migliori reporter hanno sempre voglia di fare ancora una chiamata, controllare presso un'altra fonte.


  • Accuratezza
    L'accuratezza è il punto di partenza per tutti i tipi di buon giornalismo. Apprendi con chiarezza i fatti, e quindi ricontrollane la veridicità. Sappi dove andare per verificare le affermazioni o separare i fatti dalla finzione.


  • Chiarezza
    Sia che tu presenti una storia in modo equilibrato o partendo dal tuo punto di vista, i tuoi lettori si sentiranno ingannati se devii i fatti o presenti opposte opinioni in maniera parziale.


  • Indipendenza
    Essere indipendente vuol dire tante cose, ma l'indipendenza di pensiero potrebbe essere la più importante. I giornalisti professionisti sanno essere relativamente indipendenti in presenza di conflitti di interesse, ma talvolta sono tanto grati alle loro fonti, e all'accesso a queste fonti, che non possono essere indipendenti più di tanto.


  • Trasparenza
    Semplice, se hai un cavallo in corsa, dillo. Rivela -- se è rilevante per quello che stai dicendo -- i tuoi motivi, il tuo background, i tuoi interessi finanziari.




Questo articolo è stato scritto originalmente da Dan Gillmor e pubblicato per la prima volta come Citizen Media: A Progress Report sul Center for Citizen Media blog il 15 Luglio 2007. La versione italiana è stata tradotta da Mirco Martinelli - per un feedback editoriale scrivi a Robin.Good[at]masternewmedia.org.

(Nota: Il Center for Citizen Media e/o io, abbiamo relazioni di consulenza e finanziare con alcuni dei siti e delle persone menzionate in questo post. Fra questi citiamo Knight Foundation, Placeblogger, Knight Foundation, Jay Rosen e NewAssignment.net, NowPublic e NewsTrust. Per cortesia controlla i Supporter e Divulgazioni.)




L'autore:

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In questo periodo, la principale occupazione di Dan Gillmor è il Center for Citizen Media, un progetto comune con il Berkman Center for Internet & Society della Harvard University e la Berkeley Graduate School of Journalism della University of California. Dan Gillmor scrive anche articoli ed ha pubblicato un libro col titolo We the Media: Grassroots Journalism by the People, for the People (2004; O'Reilly Media), e sta lavorando ad un nuovo libro sui media nell'era digitale. Dal 1994 al 2005 Dan ha fatto il giornalista al San Jose Mercury News dopo sei anni al Detroit Free Press.

 
 
 
 
 
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