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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


1 agosto 2008

Il Peer-to-Peer Manifesto: L'Emergere Di Una Civiltà E Di Una Economia Politica Del P2P

La nostra attuale economia politica si basa su un errore di fondo: la supposizione che le nostre risorse naturali siano illimitate, che si tratti di un pozzo senza fondo. Questa supposizione sbagliata crea un'illusoria scarsità di risorse culturali che sono invece potenzialmente abbondanti. Tale combinazione di quasi-abbondanza e di quasi-scarsità distrugge la biosfera e ostacola l'espansione delle innovazioni sociali e della cultura libera.
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In una società basata sul P2P la situazione è rovesciata: i limiti imposti dalle risorse naturali sono rispettati, e l'abbondanza di risorse immateriali diventa il principio guida di tutto il sistema. Questa teoria sul P2P si articola in alcuni punti chiave:

  1. il valore intellettuale, culturale e spirituale di base è prodotto da un'economia di scambio non-reciproca;
  2. è circondata da una sfera formata dallo scambio di materiali ispirata al P2P;
  3. è controllata a livello globale da un sistema di governo ispirato al P2P.

Grazie a queste caratteristiche, il P2P può essere definito come la logica di base di una prossima civilizzazione, e rappresenta una soluzione e una risposta alla crisi strutturale del capitalismo contemporaneo.

Il mercato come lo conosciamo oggi potrebbe essere sul punto di cambiare, allontanandosi da un logica di puro capitalismo (in cui si producono merci per lo scambio, in modo da incrementare il capitale), per avvicinarsi a una logica in cui lo scambio sia funzionale alla ricerca di partnership.

C'è un campo in rapida espansione che possiamo chiamare adventure economy, ha caratteristiche di cooperazione sociale ed emerge dalla condivisione di beni fisici.

Internet offre oggi una notevole dinamica sociale completamente basata sulla partecipazione volontaria al fine di creare beni comuni universalmente disponibili.

L'economia, il governo e la proprietà P2P sono più produttive in termini economici, politici e di distribuzione rispetto alle loro controparti governative orientate al profitto. Questo perchè hanno la capacità di filtrare tutte le forme meno produttive di cooperazione, conservando solo gli atteggiamenti più appassionati.

Le piattaforme di social media che vedi fiorire un pò ovunque riescono a sopravvivere vendendo la soglia dell'attenzione del lettore, NON il valore d'uso che hai creato tu stesso.

"Si tratta di capire che i lavoratori di oggi non si spostano solamente da un posto di lavoro all'altro, ma anche verso non-lavori, e che in effetti la cosa più significativa per loro (e per la società in generale) non sono i lavori retribuiti sul mercato, ma gli episodi di produzione appassionata."

Un governo P2P, qualora fosse sostenuto da nuove regolamentazioni socio-economiche tra cui una sovvenzione universale per tutti, potrebbe essere il mezzo capace di permettere agli individui di auto-governarsi, impegnandosi allo tempo stesso sul fronte dei propri interessi e delle proprie passioni.

 




Il Peer-To-Peer Manifesto

L'Emergere di Una Civiltà e di Una Economia Politica Del P2P

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  1. Il nostro attuale sistema mondiale è caratterizzato da una logica profondamente controproduttiva dell'organizzazione sociale:
    1. è basato su un falso concetto di abbondanza nel mondo limitato delle risorse materiali; ha creato un sistema basato sulla crescita infinita all'interno dei confini delle risorse finite
    2. è basato su un falso concetto di scarsità nel mondo infinito delle risorse immateriali; invece di permettere continui esperimenti di innovazione sociale, erige volutamente barriere tecniche e legali per ostacolare la libera cooperazione con copyright, brevetti, ecc.
  2. Perciò la priorità numero uno per una civilizzazione sostenibile è di capovolgere questi principi nei loro opposti:
    1. dobbiamo basare la nostra economia fisica sul riconoscimento che le risorse fisiche sono limitate, e giungere a un'economia sostenibile a stati stabili
    2. dobbiamo agevolare la cooperazione libera e creativa e abbassare le barriere per questo tipo di scambi riformando il copyright e altri regimi restrittivi
  3. Le gerarchie, i mercati e perfino la democrazia sono mezzi per assegnare scarse risorse per mezzo dell'autorità, del sistema dei prezzi e della negoziazione; non sono necessari nei campi della creazione e del libero scambio del valore immateriale, che saranno caratterizzati dal forme di governo P2P dal basso.
  4. I mercati come mezzi per gestire risorse fisiche scarse sono solo uno dei sistemi per assegnare tali risorse, e devono essere dissociati dall'idea di capitalismo, che è un sistema a crescita infinita.
  5. La creazione di valore immateriale, che ha ancora bisogno di diventare dominante in un mondo post-materiale che riconosce i limiti di quello materiale, sarà caratterizzata da ulteriori manifestazioni di sistemi economici P2P non-reciproci.
  6. L'economia P2P è il sistema più produttivo per creare valore immateriale rispetto al modello ispirato al profitto, e nei casi di competizione asimmetrica tra compagnie per il profitto e istituzioni o comunità benefiche, saranno queste ultime a prevalere.
  7. L'economia P2P produce maggiore felicità sociale, perchè
    1. si basa sulla forma più pura di motivazione intrinseca, o intrinseca motivazione positiva;
    2. si basa sulla forma più pura di cooperazione collettiva, o cooperazione sinergica caratterizzata da quattro vincitori (entrambi i partecipanti allo scambio, più la comunità e il sistema universale).
  8. Il governo P2P, il sistema per prendere decisioni dal basso e in modo partecipativo (solo quelli che partecipano prendono le decisioni) che emerge nei progetti P2P è politicamente più produttivo della democrazia partecipativa e tenderà ad affermarsi nell'economia immateriale. Comunque potrà rimpiazzare i modelli rappresentativi solo nel campo della non-scarsità, mentre rimarrà una modalità complementare nel campo politico. Quello di cui abbiamo bisogno sono strutture politiche che creino una convergenza tra individui e interessi collettivi.
  9. La proprietà P2P, il mezzo legale e istituzionale per la riproduzione sociale dei progetti P2P, è per sua natura più distributiva sia rispetto alla proprietà pubblica che alla proprietà privata esclusiva; tenderà a diventare la forma dominante nel mondo dell'economia immateriale (che include tutti i design dei prodotti fisici).
  10. Il P2P in quanto dinamica relazionale di agenti liberi all'interno di network distribuiti diventerà probabilmente il modello dominante nell'economia del valore immateriale; comunque nel campo della scarsità la logica P2P tende a dare forza a modelli di mercato orientati al p2p, come nel commercio equo; e nel campo delle politiche di negoziazione di gruppo basate sulla scarsità tende a dare forza a forme P2P come nei modelli di governo multistakeholder.
  11. Il ruolo dello stato deve evolversi da quello di protettore degli interessi dominanti e arbitro tra le regolamentazioni pubbliche e le modalità di corporazione privata (una scelta binaria eterna e improduttiva) verso il ruolo di arbitro tra una triade di regolamentazioni pubbliche, mercati privati e l'economia sociale diretta di valore. Riguardo all'ultima funzione bisogna evolversi da un modello statale di welfare a un modello statale di partnership, come accade quando si permette e si incoraggia la creazione sociale diretta di valore.
  12. Il mondo dell'economia dei beni fisici deve essere caratterizzato da:
    1. forme sostenibili di scambi di mercato ispirati al P2P (commercio equo, ecc.);
    2. forme rinforzate di reciprocità e di economia del dono;
    3. un mondo basato sull'innovazione sociale e l'open design per l'economia dei beni fisici in ogni zona.
  13. Il miglior garante per la diffusione della logica P2P nel mondo dell'economia dei beni fisici è la distribuzione di ogni cosa, vale a dire dei mezzi di produzione nelle mani di individui e comunità in modo che possano impegnarsi nella cooperazione sociale. Mentre il mondo immateriale sarà caratterizzato da una logica P2P di scambio generalizzato non-reciproco, il mondo degli scambi materiali ispirati al P2P sarà caratterizzato da forme in evoluzione di reciprocità e di scambio neutrale.
  14. Dobbiamo allontanarci dalla retorica vuota e inefficace dell'anti-capitalismo per costruire un post-capitalismo propositivo. La teoria p2p, come tentativo di capire l'economia, il governo e la proprietà p2p, con i relativi paradigmi e sistemi di valore dei movimenti sociali orientati ai commons, alla partecipazione e al software libero/aperto è in una posizione unica per riuscire nell'intento di sposare il valore prioritario della destra, la libertà individuale, con il valore prioritario della sinistra, l'uguaglianza. Nella logica P2P l'uno è la condizione dell'altro, e l'individualismo cooperativo è capace di combinare l'uguaglianza e la libertà in un contesto non-coercitivo.
  15. Dobbiamo diventare politicamente sensibili alle invisibili architetture del potere. Nei sistemi distribuiti, in cui non c'è gerarchia manifesta, il potere è in funzione del progetto. Un sistema di questo tipo, forse il più importante di tutti, è il sistema monetario i cui interessi progettuali richiedono che il mercato sia collegato a un sistema a crescita infinita, e questo collegamento deve essere spezzato. Una riforma globale del sistema monetario o la diffusione di nuovi mezzi di produzione sociale diretta di moneta sono le condizioni necessarie per interrompere questo collegamento.
  16. Ecco la verità sulla logica P2P delle relazioni sociali:

    1. insieme abbiamo tutto;
    2. insieme sappiamo tutto.


  17. Perciò le condizioni per disporre di beni materiali e di una vita spirituale più degna sono nelle nostre mani, vincolate alla nostra capacità di relazionarci e formare nuove comunità. La teoria di emancipazione del P2P non offre nuove soluzioni ai problemi globali ma offre piuttosto nuovi mezzi per affrontarli affidandosi sull'intelligenza collettiva dell'umanità. Siamo testimoni del rapido emergere di strumenti P2P per il mondo virtuale e di tecniche che agevolano nel mondo fisico gli incontri faccia a faccia, ma entrambe le questioni hanno bisogno di assistenza nel necessario cambio di coscienza che deve essere partorito. Sta a noi l'uso di questi strumenti.

  18. Al momento il mondo dell'economia corporativa trae beneficio dalle esternalizzazioni positive della diffusa innovazione sociale (innovazione come proprietà emergente del network stesso, non come caratteristica interna di una qualche entità), ma non c'è un meccanismo di ritorno e questo porta al problema della precarietà. Ora che la produttività nel campo sociale è percepibile oltre ogni dubbio dobbiamo trovare soluzioni che permettano allo stato e alle corporazioni orientate al profitto di creare meccanismi di ritorno, ad esempio forme di reddito che non siano più direttamente collegate all'economia privata del benessere, ma che vadano a premiare l'economia sociale del benessere.




Innovazione P2P: Conoscenza Aperta vs Sistemi Proprietari

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  1. La legge della competizione asimmetrica: qualunque corporazione o nazione, di fronte a un'istituzione benefica che agisca in competizione usando forme di sapere aperte e libere, modalità partecipatorie di economia e campi di conoscenza orientati ai commons tenderà a perdere nei confronti di quest'ultima.
  2. Ogni nazione o corporazione che usi formati proprietari chiusi di conoscenza non può affidarsi alle comunità partecipative per la creazione cooperativa, non sviluppa campi di conoscenza orientati ai commons e tende a perdere nei confronti di chi invece adotta queste pratiche.
  3. Perciò abbiamo bisogno di approcci per la costruzione di partnership e piattaforme che permettano e favoriscano l'economia sociale del valore d'uso, e di meccanismi attraverso i quali i benefici dell'appropriazione privata delle esternalizzazioni positive dell'innovazione sociale possano ritornare alle comunità rendendole più sostenibili.




L'economia P2P

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  1. Nella sfera immateriale

    1. Diminuire l'artificiale scarsità nel campo dell'informazione in modo che possa essere creato un immenso valore sociale, e una convivialità immateriale possa rimpiazzare la pura logica dell'accumulazione materiale.
    2. Le autorità pubbliche adattino politiche di partnership che permettano e favoriscano la diretta creazione di valore sociale.
  2. Nella sfera materiale

    1. Introdurre una vera politica dei prezzi nel campo materiale in modo che il mercato non crei più esternalizzazioni negative nell'ambiente naturale; dissociare il mercato dal sistema a crescita materiale infinita.
    2. Creare maggiori accessi distribuiti ai mezzi di produzione (finanza p2p, produzione distribuita di energia, ecc.) in modo che la dinamica del P2P possa essere introdotta anche nella sfera dell'economia materiale.




Scritto da Michel Bauwens e pubblicato parzialmente il 13 Luglio 2007 con il titolo "Summary: What P2P Means for the World of Tomorrow" all'interno di "Laser Theory and Peer to Peer"




L'autore:

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Michel Bauwens (1958), belga, è un esponente della Filosofia Integrale e teorico del Peer-to-Peer. Ha lavorato come consulente Internet, information analyst per la United States Information Agency, information manager per British Petroleum (dove ha creato uno dei primi centri di informazione virtuale), ed è stato editor-in-chief del primo magazine europeo per la convergenza digitale, l'olandese Wave. Con Frank Theys, è il co-creatore di un documentario di tre ore chiamato TechnoCalyps, un'esame della 'metafisica della tecnologia'. Ha curato due antologie in lingua francese sulla Antropologia della Società Digitale.

Nonostante sia stato studente di Ken Wilber, ora critica alcuni aspetti del movimento Wilber-Beck ed è una voce autorevole per una società integrale non autoritaria basata sul p2p.

Michel è l'autore di alcuni saggi online, inclusa la tesi Peer to Peer and Human Evolution, ed è editore di P2P News.

Ora vive a Chiang Mai, Tailandia, dove ha creato la Foundation for P2P Alternatives e gestisce un blog.

Ha tenuto corsi sull'antropologia della società digitale per gli studenti della ICHEC/St. Louis a Bruxelles, Belgio e per la Payap University e la Chiang Mai University in Tailandia.



Versione finale del "Manifesto" curata da Robin Good.

Images credit: Scott Maxwell and Yong Hian Lim (P2P keys)



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