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13 agosto 2009

Citizen Journalism: Giornalismo Partecipativo E Il Nuovo Modo Di Fare Informazione Online - Guida Introduttiva Con Video

Il citizen journalism ha riportato la democrazia nelle mani delle persone. Un esercito di singole persone dotate di telefoni cellulari, videocamere e blog sta sostituendo rapidamente i media tradizionali come fonte di informazione affidabile ad ampio raggio. In questo articolo di fondamentale importanza, Chris Willis e Shayne Bowman sono stati fra i primi a tentare di spiegare cos'è realmente il citizen journalism e perché questo approccio dal basso può rappresentare il futuro dell'informazione.

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Photo credit: Paulino Figueirido

Sfortunatamente, le convinzioni popolari ritengono che l'informazione proveniente da canali ufficiali sia di qualità superiore e maggiormente affidabile rispetto a quella prodotta da un blogger o da una persona qualsiasi con una videocamera traballante. I media tradizionali continuano ad essere considerati la fonte della verità, ma ciò che ad essi manca è esattamente l'essenza della verità: la convalida.

Come si distingue il falso dal vero? I media convenzionali hanno una comunicazione a senso unico con il loro pubblico: non c'è possibilità di fare una controverifica di quello che è stato detto o scritto. Il citizen journalism al contrario, trova la sua vera forza in un continuo processo di controllo da parte di una vasta comunità. E' possibile condividere facilmente la propria opinione, essere d'accordo o in disaccordo con quello che è stato detto grazie alle nuove tecnologie e al Web. Per questo motivo viene definito giornalismo partecipativo.

Il citizen journalism è:

L'azione di un cittadino o di un gruppo di cittadini che svolgono un ruolo attivo nel processo di raccolta, stesura, analisi e diffusione delle notizie e dell'informazione. L'obiettivo di questa partecipazione è fornire un'informazione indipendente, affidabile, accurata, accessibile a tutti e pertinente di cui una democrazia ha bisogno.

Per capire meglio lo spirito che anima il citizen journalism, e perché può rappresentare un grande passo avanti nel modo di fare e fruire l'informazione online, devi leggere assolutamente questo articolo.

 

 

Noi Media: Introduzione al Citizen Journalism

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di Chris Willis e Shayne Bowman



Nel suo libro Being Digital (Essere digitali), pubblicato nel 1995, Nicholas Negroponte predisse che in futuro l'informazione online avrebbe messo i lettori in condizione di scegliere solo gli argomenti e le fonti di loro interesse.

Il "Daily me" come Negroponte chiamò questo processo, turbò molti custodi del giornalismo tradizionale. Permettere ad un lettore di ridurre coscientemente la visione d'insieme osservò qualcuno, avrebbe potuto minare i "fondamenti filosofici degli organi d'informazione".

Tale previsione, che otto anni fa pareva essere all'avanguardia e destava qualche preoccupazione, sembra essersi avverata solo in parte. Il Wall Street Journal, MSNBC.com, il Washington Post e la CNN, tanto per citarne alcuni, offrono tutti ai propri lettori una qualche possibilità di personalizzazione dell'home page dei rispettivi siti.

Milioni di utenti di Yahoo! personalizzano il proprio notiziario su My Yahoo con le stesse agenzie di stampa che i giornalisti usano per tutti i quotidiani sparsi per il globo. Il servizio di Google News utilizza un algoritmo per selezionare i titoli da migliaia di siti di informazione - creando una sorta di edicola globale.

E gli organi d'informazione, da Fox News e The Drudge Report fino ai singoli blo,g danno alle notizie il tipo di taglio dogmatico che Negroponte immaginava.

Ma il futuro dell'informazione online è semplicemente uno sviluppo continuo di questa tendenza - ovvero notizie "a la carte"? Per una democrazia una maggiore personalizzazione significa necessariamente maggior comprensione?

Nella visione di Watts Wacker, autore e futurologo, la questione non riguarda una maggiore personalizzazione, ma una maggiore ampiezza delle prospettive. Secondo Wacker, il mondo sta cambiando velocemente e le persone non riescono ad adattarvisi. Di conseguenza si possono fissare meno riferimenti culturali comuni. Le idee, gli stili, i prodotti e le abitudini si trasferiscono sempre più velocemente dalle periferie alla cultura di massa.

Per affrontare la confusione, i consumatori stanno cercando nuove prospettive, sostiene Wacker. Cercano un'automobile da comprare mentre navigano in Internet, leggendo sia recensioni professionali che amatoriali.

Ma come si comportano quando si tratta di notizie? E cosa faranno in futuro? Per capirlo Wacker consiglia di individuare quali saranno le persone del futuro e studiarle oggi.

Come si possono trovare persone che "vivono già nel futuro"? Individuando gli early adopters - ovvero tutti quelli che per primi adottano le nuove tecnologie sperimentandone tutte le possibilità di utilizzo.

In Corea del Sud, quello che viene presentato come uno dei servizi online del futuro è arrivato già da qualche anno.

OhmyNews.com è il più influente sito di informazione del paese, che attira all'incirca due milioni di visitatori al giorno. Quello che è insolito in OhmyNews.com è legato al fatto che i lettori non solo possono scegliere le notizie che vogliono leggere, ma possono anche scriverle.

Con l'aiuto di oltre 26.000 utenti-giornalisti registrati, questo giornale online "collaborativo" si è affermato come un concorrente diretto degli organi d'informazione tradizionali in soli quattro anni.

A differenza dei suoi concorrenti OhmyNews ha sposato la rapidità, la cooperatività e l'attenzione alla community tipica del Web.

Ora sembra che la visione del "Daily me" di Negroponte sia stata rimpiazzata dall'idea del "Daily We".



Dietro la Rivoluzione Del Citizen Journalism


Chriss Hogg e David Silverberg di DigitalJournal.com analizzano il fenomeno del citizen journalism e i suoi esempi più famosi.
Durata: 7' 23''

 







Il Sorgere di "We Media"

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La venerabile professione del giornalista sta affrontando uno di quei rari momenti della storia in cui, per la prima volta, la sua egemonia di custode dell'informazione è minacciata non solo dalle nuove tecnologie e dai concorrenti, ma potenzialmente dal suo stesso pubblico.

Equipaggiati con strumenti semplici per pubblicare online, connessioni flat e telefonini sempre più potenti, gli internauti possiedono i mezzi per diventare dei soggetti attivi nella creazione e diffusione delle notizie e dell'informazione. E tutto questo grazie a Internet:

  • Secondo il Pew internet project, l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001, generò il picco massimo di traffico nella storia del Web sui siti di informazione tradizionali. Molti grandi siti andarono in tilt a causa dell'immenso numero di accessi, così in tanti ripiegarono sulle email, sui blog e sui forum come "canali per commentare, agire e informarsi sugli eventi dell'11 settembre."

    La conseguenza fu un'inedita proliferazione di "giornalismo fai-da-te" su Internet. Ogni cosa, dai resoconti dei testimoni oculari, alle gallerie di immagini, ai commenti, alle storie personali venne in aiuto alle persone per districarsi nella confusione, nella rabbia e nella sensazione di sconfitta conseguenti alla tragedia.



  • Durante i primi giorni della guerra in Iraq, Pew Internet Project ha scoperto che il 17% degli americani che si collegavano ad internet, stavano usando il Web come fonte principale di informazione sul conflitto, un numero maggiore di oltre cinque volte rispetto a quelli che avevano cercato informazioni online subito dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre (3%). Il servizio segnalava inoltre che i "blog avevano aumentato il loro seguito tra un piccolo numero internauti. (4%)."


  • Subito dopo il disastro dello Shuttle Columbia, le organizzazioni governative e i siti di news, in particolare il Dallas Morning News e la Nasa, invitarono il pubblico ad inviare loro testimonianze dirette e fotografie che potessero fornire indizi sulle cause del disastro.


  • The note di AbcNews.com si occupa della copertura giornalistica delle notizie sui candidati alle elezioni presidenziali 2004 (americane) ed offre ad ognuno un singolo blog per replicare.

    Inoltre il candidato alla presidenza Howard Dean nel luglio 2003 ha fatto il guest blogger sul blog di Larry Lessig per una settimana. (In futuro il presidente degli Stati Uniti potrebbe venir scelto non solo per i suoi meriti, il suo carisma, la sua esperienza o per la capacità di raccogliere voti, ma per la sua abilità di blogger).



  • Gli allenatori, i giocatori e gli organi d'informazione sportivi tengono costantemente d'occhio i numerosi siti dei tifosi, che vengono riconosciuti come fonti d'informazione, diffondono voci, rivelano indiscrezioni clamorose. "Non puoi andartene in giro o fare qualcosa e pensare di non esser visto, perchè ormai chiunque è un potenziale reporter", dice Steve Patterson che gestisce ugasports.com, un sito dedicato alle attività sportive dell'università della Georgia.


  • Prima della guerra in Iraq, la BBC sapeva che non sarebbe stato possibile schierare un numero sufficiente di giornalisti per seguire tutte le manifestazioni pacifiste nel mondo.

    Chiese perciò al suo pubblico di mandare immagini scattate con fotocamere digitali e con i telefonini e pubblicò le migliori nel suo sito web.



Che Cos'è Il Citizen Journalism?


Robin Good ha editato un breve video pubblicato dalla Cambridge Community Television per spiegare cos'è realmente il giornalismo partecipativo. - Video completo
Durata: 9' 49''

 







La Piena Maturità Dei Blog

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Internet sta maturando come mezzo d'informazione. I media online si evolvono con ogni evento informativo importante e mentre i nuovi siti sono diventati più reattivi e più abili a fronteggiare le crescenti necessità di lettori e visitatori, le community online e i siti di informazione personale stanno assumendo un ruolo sempre più importante che, fino a poco fa, è stato svolto dai media tradizionali.

Per quanto attualmente ci siano molti modi per il pubblico di partecipare al processo giornalistico, ne parleremo in questo articolo, sono i blog che hanno ricevuto maggior attenzione da parte dell'informazione tradizionale lo scorso anno.

I weblog o blog, come sono comunemente conosciuti, rappresentano l'espressione più attiva e più sorprendente di questa tendenza alla partecipazione. Questi sistemi di editoria personale hanno dato avvio ad un fenomeno che mostra i segni di una rivoluzione - offrendo ad ognuno con il giusto talento e la giusta energia la possibilità di essere ascoltato e letto ovunque nel Web.

I blog sono spesso giornali online innovativi, con i testi disposti in ordine cronologico inverso e numerosi link, che forniscono spaccati di vita aggiornati sull'autore, oppure opinioni su uno specifico argomento. Spesso sono pieni di commenti dogmatici, possono rivelare vicende personali (come ad esempio le riflessioni degli studenti universitari sulla vita in dormitorio) o possono essere diretti e abbastanza obiettivi (Romenesko).

La crescita dei blog è stata largamente alimentata dall'avvento della banda larga e dai costi contenuti dei software, spesso disponibili anche gratuitamente. Questi strumenti di facile utilizzo hanno aperto nuove possibilità di collaborazione senza limiti geografici o di tempo. Il risultato è un aumento di nuovi modelli sociali e di nuovi mezzi di espressione.

Community come Slashdog.org hanno permesso ad una moltitudine di voci di esprimersi, pur esercitando un controllo e filtrando le discussioni.

I blog hanno aumentato la loro influenza attirando fasce sempre più ampie di lettori e nello stesso tempo rivolgendosi ad un pubblico più mirato.

"I blog sono in qualche modo una nuova forma di giornalismo, aperta a tutti quelli che possono aprire e aggiornare un sito web, e sono esplosi lo scorso anno."
Scrive Walter Mossberg, esperto di tecnologie del Wall Street Journal.

""Il loro punto di forza è che introducono voci fresche su vari argomenti nel dibattito nazionale e favoriscono la formazione di gruppi di interesse attraverso le loro ramificazioni di link."

Ad esempio è stato riconosciuto il ruolo importante svolto dai blog nell'attirare l'attenzione degli organi di stampa sulle dichiarazioni di stampo razzista del senatore Trent Lott.
Vicenda che si è poi conclusa con le dimissioni di quest'ultimo da capogruppo di maggioranza al senato.
"

La descrizione di Mossberg dei blog come un nuovo tipo di giornalismo potrebbe preoccupare i giornalisti tradizionali, ma siamo di fronte ad un giornalismo di tipo diverso, non strettamente limitato da tradizioni e convenzioni tipiche della professione.

Queste attività di coinvolgimento dei cittadini nell'informazione non si limitano ai blog. Si possono trovare anche nei newsgroup, nei forum, nelle chat, nei sistemi di editoria sociale e nelle applicazioni peer to peer come i servizi di messaggistica istantanea. In questo modo nuove forme di partecipazione sono nate grazie alle nuove tecnologie, molti si sono sforzati di trovare loro un nome. Per convenzione il nome è preso a prestito dalle tecnologie avanzate (cioè forum, blog, reti di utenti, ecc.)

 







Il Citizen Journalism dà il Via Alla Conversazione

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Il termine che usiamo - giornalismo partecipativo - intende descrivere il contenuto e lo spirito della comunicazione online che spesso si incontra nei social media. Ecco la definizione pregnante che abbiamo adottato:

Giornalismo partecipativo: l'azione di un cittadino o di un gruppo di cittadini che svolgono un ruolo attivo nel processo di raccolta, redazione, analisi e diffusione delle notizie e dell'informazione. L'intento di questa partecipazione è fornire un'informazione indipendente, affidabile, accurata, accessibile a tutti e pertinente che ogni democrazia richiede.

Il citizen journalism è un fenomeno in fase emergente che nasce dal basso e nel quale c'è poco o nessun controllo editoriale, o un formale flusso di lavoro giornalistico che determina le decisioni di chi vi partecipa. E' invece il risultato di molte conversazioni simultanee e distribuite che rapidamente sbocciano o sfioriscono nei social network.

Mentre l'esplosione dei blog è un fenomeno recente, l'idea di sfruttare il pubblico per trovare nuovi spunti o quella di trasformare i lettori in cronisti o commentatori non lo è. Molti organi di stampa da tempo cercano le notizie all'interno delle loro community e sperimentano la possibilità di trasformare i lettori in giornalisti.

Nei primi anni '90 i giornali sperimentarono l'idea del giornalismo civico, in cui stimolavano la partecipazione dei lettori sotto forma di focus group, sondaggi e commenti alle notizie del giorno. La maggior parte di questi primi tentativi erano incentrati sulle elezioni. In seguito si cercò di coinvolgere il pubblico in discussioni più focalizzate su problemi di interesse generale come il razzismo, lo sviluppo e la criminalità.

Secondo un rapporto del Pew Center for Civic Journalism, almeno il 20% dei 1500 giornali americani promossero una qualche forma di giornalismo civico tra il 1994 e il 2001. Quasi tutti ritennero che questo avesse avuto un effetto positivo sulla comunità.

Il giornalismo civico ha però una reputazione piuttosto controversa e non tutti sono convinti dei suoi benefici. Mentre da un lato si tenta attivamente di incoraggiare la partecipazione, dall'altro i media tradizionali mantengono un alto grado di controllo nell'impostare l'agenda, scegliere i partecipanti e moderare la conversazione. Qualcuno ritiene che il giornalismo civico sia spesso troppo vago e focalizzi la sua attenzione su questioni molto generali come la criminalità o la politica, e non sia invece abbastanza reattivo rispetto ai bisogni quotidiani del pubblico.

Eppure il seme dal quale germoglia il giornalismo civico è il dialogo. Allo stesso modo un'altra sua caratteristica identificativa è la conversazione e non c'è nessun organo di stampa centrale che possa controllare lo scambio di informazioni.

La conversazione è il meccanismo che ribalta i ruoli tradizionali del giornalismo e crea uno scambio di idee dinamico, etico ed egalitario.

La fluidità di questo approccio pone più enfasi sulla pubblicazione di informazioni piuttosto che sul filtraggio. Le conversazioni si sviluppano nelle comunità sotto gli occhi di tutti. Al contrario gli organi di stampa tradizionali sono impostati per filtrare le notizie prima di diffonderle. Il dibattito all'interno della redazione può anche essere improntato alla collaborazione, ma non è aperto all'esame o alle considerazioni del pubblico.

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John Seely Brown, chief scientist di Xerox Corp., ha elaborato ulteriori considerazioni nel libro The elements of journalism:

"In un'era in cui chiunque può essere un reporter o un commentatore sul Web, ci si sta dirigendo verso un giornalismo bidirezionale. Il giornalista diventa forum leader o moderatore piuttosto che semplicemente insegnante o relatore. il pubblico si evolve e non è più formato da consumatori ma da pro-sumers, una termine ibrido composto da consumer e producer."

La descrizione di Seely Brown suggerisce una relazione simbiotica che già conosciamo. Ma il citizen journalism non sembra aver bisogno di un "esperto" per svolgere una funzione di mediazione o di facilitazione. L'abbondanza di blog, forum e community online sembra effettivamente dimostrarlo.

Questo solleva alcune questioni importanti:

  • Se il citizen journalism è sorto senza l'aiuto diretto di giornalisti e senza iniziative dei media tradizionali, quale ruolo svolgeranno questi ultimi in futuro?
  • I media tradizionali sono disposti a rinunciare a parte del controllo sull'informazione e a collaborare attivamente con il loro pubblico?
  • O sarà il lettore informato e più consapevole che comincerà a formulare l'agenda delle notizie?
  • L'utilità del giornalismo si conserverà nel tempo?



Tu e il Citizen Journalism: Alleati Nella Libertà di Stampa


Una parodia dei video educational degli anni '50 spiega in parole semplici cos'è il giornalismo partecipativo. A cura del UWA Comm2203 Project for Group 11.
Durata: 2' 53''

 







Il Giornalismo ad un Bivio

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Nel suo libro New Values pubblicato nel 1996 l'ex editore del Chicago Tribune Jack Fuller ha sintetizzato bene il concetto: "il nuovo mezzo interattivo da un lato minaccia lo status quo, dall'altro garantisce un modo nuovo e stimolante per conoscere il mondo." Questo descrive abilmente le due diverse opinioni relative alla partecipazione del pubblico al giornalismo.

Non è solo Internet che ha sfidato lo status quo dell'informazione. Nel loro libro del 2001 The elements of journalism Bill Kovach e Tom Rosenstiel hanno spiegato in modo avvincente che il business dell'informazione sta attraversando un "momento di transizione".

Secondo gli autori, ogni volta che si è verificato un cambiamento significativo in ambito sociale, economico e tecnologico questo ha avuto ripercussioni sull'informazione. E' accaduto negli anni compresi fra il 1830-40 con l'avvento del telegrafo; nel 1880 con un calo del prezzo della carta e una forte ondata di immigrazione; negli anni '20 del '900 con la radio e la nascita del gossip e del divismo, negli anni '50 con l'inizio della Guerra Fredda e con l'arrivo della televisione.

L'avvento della cablatura, seguito da quello di Internet e della telefonia mobile, ha portato l'ultimo sconvolgimento nel mondo dell'informazione. E questa volta il cambiamento può avere conseguenze drammatiche come spiegano Kovach and Rosenstiel,

"Per la prima volta nella nostra storia l'informazione viene prodotta sempre più da aziende estranee al giornalismo, e questa nuova organizzazione economica è importante. Ci troviamo di fronte alla possibilità che l'informazione indipendente venga rimpiazzata in futuro da comunicazioni commerciali camuffate da notizie."

Kovach e Rosenstiel sostengono che le nuove tecnologie, assieme alla globalizzazione e alla convergenza dei media, stiano provocando un allontanamento fra il citizen journalism e quello che sostiene una democrazia in salute.

Chiaramente il giornalismo sta vivendo un processo di ridefinizione del suo ruolo, adattandosi alle forze dirompenti che lo circondano. Così non c'è da stupirsi che le discussioni sulle forme di citizen journalism, come i blog, si consumino frequentemente in dibattiti impostati sulla difensiva in cui si discute di cosa sia il giornalismo e di chi possa legittimamente definirsi giornalista.

Sebbene il dibattito mirato a definire il ruolo del giornalismo sia utile e chiaramente necessario, allo stesso tempo impedisce alla discussione di considerare il maggior beneficio che si può ottenere dalla partecipazione del pubblico al processo dell'informazione. Per di più il dibattito spesso acuisce le differenze ignorando invece le ovvie affinità tra i due processi. Se diamo uno sguardo ravvicinato ai compiti e ai valori della professione tradizionale, le differenze diventano meno evidenti.

Da un punto di vista pratico il giornalismo è visto come "una professione di raccolta, redazione e pubblicazione di notizie e articoli per giornali, riviste, televisione o radio."

In termini di valori fondamentali del giornalismo si discute molto.

Dopo lunghe interviste con centinaia di giornalisti americani, Kovach e Rosenstiel sostengono che termini come imparzialità, equilibrio e obiettività sono troppo vaghi per essere indicati come elementi essenziali di questa professione. Dalle loro ricerche, hanno sintetizzato invece questo concetto: "Il principale proposito del giornalismo è fornire ai cittadini le informazioni di cui hanno bisogno per essere liberi e autonomi."

Nel caso citato sopra del sito di informazione sudcoreano, vediamo che i valori e le mansioni tipiche del giornalismo sono centrali nella sua filosofia. La differenza essenzialmente si riduce a una redistribuzione del controllo - una democratizzazione del mezzo. "Con OhmyNews abbiamo voluto dire addio al giornalismo del XX secolo, dove la gente vedeva le cose solo attraverso gli occhi dei media tradizionali", ha detto Oh Yeon-ho, giornalista e fondatore di OhmyNews.com.

"Il concetto principale è che ogni cittadino può essere un reporter", spiega Yeon-ho. "Un reporter è qualcuno che conosce una notizia e che cerca di informare gli altri."



Citizen Journalism Contro Giornalismo Tradizionale


Una breve parodia in stop-motion delle pubblicità "Mac contro Pc" sul perchè il giornalismo partecipativo è differente rispetto a quello tradizionale.
Durata 3' 21''

 







La Nuova Evoluzione Dell'Ecosistema Dei Media

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La differenza più ovvia fra citizen journalism e giornalismo tradizionale è legata alla diversità delle strutture e delle organizzazioni che li producono.

  • I media tradizionali sono costituiti da organizzazioni gerarchiche con fini commerciali. I loro modelli di business sono le trasmissioni e pubblicità mirate. Essi valutano rigorosamente il flusso di lavoro, la sua redditività e la sua integrità.
  • Il citizen journalism è creato da comunità collegate in network che danno più importanza alla conversazione, alla collaborazione e all'uguaglianza rispetto alla redditività.

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Clay Shirky, un professore associato della New York University, interpellato sugli effetti economici e sociali delle tecnologie legate a Internet, vede la differenza in questi termini:

"L'ordine delle cose nella diffusione dell'informazione è 'prima filtra poi pubblica'. Nelle community è 'prima pubblica poi filtra'.

Se vai a una festa, non sottoponi i tuoi pensieri ai padroni di casa, in modo che ti dicano quali possono essere pronunciati davanti a tutti e quali no, ma questo è il funzionamento dell'informazione. I giornalisti sottopongono le loro notizie alla verfica della redazione prima di diffonderle al pubblico. I membri di una community, al contrario, dicono quello che hanno da dire, e solo in seguito la parte buona viene separata da quella mediocre."

Molti giornalisti sono sprezzanti nei confronti del giornalismo partecipativo, particolarmente verso i blogger, che considerano dilettanti senza capacità o interessati solo a loro stessi. Viceversa molti blogger giudicano i media tradizionali come un club esclusivo ed arrogante che pone la difesa dei propri interessi e la propria sopravvivenza economica sopra le responsabilità sociali di una stampa libera.

Secondo Shirky, quello che i media tradizionali non capiscono è che nonostante una carenza di preparazione o di formazione giornalistica degli internauti, il Web stesso agisce come un meccanismo di selezione, con la differenza che "la valutazione editoriale viene fatta dopo, non in anticipo."

In "The Elements of Journalism", Kovach and Rosenstiel hanno un punto di vista simile:

""Questo tipo di interazione hi-tech è un giornalismo che assomiglia nuovamente ad un dialogo, come accadeva quattrocento anni fa alle origini della professione nei caffè e nelle public houses inglesi. Vista sotto questa luce, la funzione del giornalismo non è sostanzialmente cambiata nell'era digitale. Le tecniche possono essere differenti, ma i principi fondamentali sono gli stessi.""

Ciò che sta emergendo è un nuovo ecosistema dei media, dove le community online discutono e approfondiscono le notizie create dai media tradizionali. Queste community producono anche citizen journalism, informazione dal basso, annotative reporting, commenti, verifiche dei fatti e i media tradizionali le nutrono, utilizzandole come serbatoi di suggerimenti, fonti e idee per storie.

Scott Rosenberg, capo redattore di Salon.com, spiega,

"I blog espandono l'universo dei media. Sono una forma di vita nell'informazione che è originaria del Web, e aggiungono un nuovo ingrediente al nostro miscuglio, qualcosa di pregiato, qualcosa che non sarebbe potuto esistere prima del Web.

Dovrebbe essere ovvio che i blog non sono in competizione con il giornalismo "istituzionale", ma piuttosto sono di complemento. Se i professionisti sono criticati per essere impersonali, cauti, corporativi e conformisti, i blogger sono l'opposto quasi sotto ogni aspetto: sono sconsiderati, confessionali, bizzarri e conformisti."

Dan Gillmor, uno dei difensori più eloquenti del blogging, nonchè giornalista tecnologico e blogger per il San Josè Mercury News, descrive questo ecosistema come "la nuova ondata del giornalismo". In un post sul suo blog del 27 marzo 2002, Gillmor descrisse i principi che definiscono l'attuale movimento "We Media":

  • I miei lettori ne sanno più di me..
  • Questo non è una minaccia, ma piuttosto un opportunità.
  • Possiamo sfruttare questo tutti insieme per creare qualcosa a metà tra un seminario e una conversazione, arricchendoci a vicenda.
  • L'Interattività e le tecnologie della comunicazione - sotto forma di email, blog, forum di discussione, siti web e altro ancora - rendono tutto questo possibile.



Come Diventare un Citizen Journalist


Breve video in stile retrò su ciò che occorre per diventare citizen journalist.
Durata: 3' 16''




Informazioni sugli autori

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Chris Willis eShayne Bowman lavorano presso la Hypergene, un'azienda di consulenza e progettazione dei media che sviluppa, idea e produce progetti di comunicazione e pubblicità per clienti su business, media e tecnologie.




Photo credit:
Il Sorgere di We Media - IreneK
La Piena Maturità Dei Blog - vacuum3d
Il Citizen Journalism dà il Via Alla Conversazione - Luis Fernandez
Il Giornalismo ad un Bivio - jarcem
La Nuova Evoluzione Dell'Ecosistema Dei Media - aixm

 
 
 
 
 
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