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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


21 agosto 2009

Diventare Editore Online: Piccoli Consigli E Strategie Di Robin Good

Cosa vuol dire fare editoria digitale e come puoi diventare un editore online indipendente? Quali sono le competenze necessarie per dedicarti completamente a questo lavoro e quali le possibili fonti di guadagno? Qual è la situazione dell'editoria online in Italia e come puoi trovare gli argomenti giusti da trattare per avere successo in questo settore?

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Grazie a Internet si è aperta per tanti la possibilità di diventare editore online indipendente. I mezzi necessari sono ormai pochi e molto meno costosi rispetto alla carta stampata. I mezzi da soli però non bastano, occorrono competenze e tanta pratica: bisogna provare e "sporcarsi le mani", conoscere il lato tecnologico e le strategie di comunicazione,
"maneggiare" con perizia blog, social network, wiki, forum e tutti gli strumenti tipici del Web 2.0. E' poi importante imparare altre lingue, almeno l'inglese, se vuoi avere accesso ad una enorme mole di informazioni utili ed interessanti e vedere le cose da altri punti di vista.

Inoltre, devi trovare le tematiche e gli argomenti giusti da trattare. Sceglierne un tema solo in base al guadagno che questo ti può procurare, è sbagliato. Devi scegliere un argomento che ti appassioni davvero, perché su quello sarà incentrato tutto il tuo lavoro, e che conosci abbastanza bene. Se è vero che si può imparare tutto, è molto più dura partire da qualcosa che si conosce a malapena.

Di tutte queste cose ho parlato con Paolo Orlando, autore di diversi e-book sul web marketing e redattore del blog Professione Informare, che mi ha chiesto di raccontare la mia esperienza e di condividere alcuni consigli e strategie per chi vuole diventare editore online.

Se vuoi saperne di più su tutti questi argomenti, guarda la video intervista o leggi la trascrizione integrale che trovi qui sotto:

 




Piccoli Consigli E Strategie Per Diventare Editori Online: Intervista a Robin Good

 



Editoria Digitale: il Ruolo di un Editore Indipendente



Ciao a tutti i visitatori del blog Professione Informare, sono Robin Good in persona e risponderò ad alcune domande che gentilmente la redazione del sito Professione Informare mi ha voluto fare. Spero di essere utile a tutti voi, vediamo un po'... Cosa vuol dire editoria digitale e cosa fa un editore indipendente? Ottima domanda!

Editoria digitale può volere dire tante cose, dipende dalla persona di cui parliamo. Per me quello che significa editoria digitale è la possibilità per chiunque, per qualunque individuo che si impegni, che studi e abbia voglia di comunicare in maniera efficace, utilizzando queste nuove tecnologie quali Internet, Dvd, Cd-Rom e altri formati ancora per diffondere il proprio messaggio, più o meno commerciale che sia.

In sintesi un editore digitale è chi ha sviluppato una buona competenza di base, perché per questo lavoro sono necessarie tantissime competenze diverse (a volte sembrerebbe che sia facile pubblicare). Secondo me è necessario sviluppare una serie di competenze a largo raggio, di "sporcarsi le mani" parecchio per poter capire in maniera completa i meccanismi che sono del tutto diversi da quelli tradizionali e poter quindi portare dal vecchio mondo quello che può essere utile, ma saper poi usare le strategie di comunicazione, i giusti mezzi, i budget ridotti - perché non servono grandi budget - per realizzare idee che possono funzionare da un punto di vista di comunicazione o da un punto di vista commerciale.

Un editore indipendente è chi riesce, usando queste capacità, ad auto-sostenersi, a creare un'azienda con la quale sostenere la sua vita, quindi a farne un lavoro a tutti gli effetti e con tutti i crismi della legalità: aprendo una partita Iva, pagando le tasse, etc. E' chiaro che agli inizi ci sono tanti che incerti delle possibilità, giustamente provano a vedere come vanno le cose, non vanno subito a costruire un'infrastruttura legale e commerciale se non hanno ancora la certezza di come andranno le cose.

Editori indipendenti, il vostro momento è arrivato!

 

I Requisiti Necessari Per Diventare un Editore Indipendente



Che preparazione è necessaria per iniziare un'attività di editoria digitale?

Direi che le cose piu importanti sono:

  • La buona conoscenza del lato tecnologico, sapere usare questi mezzi, saper usare le nuove componenti della comunicazione online e digitale. Capire cosa sono i blog, averli già usati, capire cosa sono queste nuove tecnologie che ci girano intorno, dal P2P, al video, ai feed RSS, ai wiki, avere familiarità con i social network e i social media, capire come funzionano queste cose, immergersi, non aver letto qualche libro di teoria. Approfondire, andare un po' più in là, avere la pazienza sufficiente, che occorre sempre quando si affrontano cose nuove, per scoprire quali sono i meccanismi che diventeranno la chiave della comunicazione del futuro, commerciale e non, come tutti i più importanti studiosi intorno al mondo sostengono.
  • Conoscenza dei mezzi, delle tecnologie, dei nuovi media, conoscenza delle lingue. La possibilità di conoscere un'altra lingua come l'inglese offre tantissimi vantaggi, a partire da quello dell'elasticità mentale di vedere e saper comunicare le cose in più di una maniera. In questo mondo basato sulla comunicazione il saper interpretare le cose in diverse maniere e capire che l'interlocutore spesso non vede le cose come le vedi tu è un fattore decisivo. Io direi quindi che l'inglese è il secondo fattore.
  • Il terzo, che poi dovrebbe essere il primo, è quello della comunicazione, ovvero investire tempo e curiosità nel seguire dei modelli, delle ricerche, degli studi, delle conversazioni, per capire realmente come funziona la comunicazione. Cos'è la comunicazione uno a uno, qual è la differenza quando usiamo vecchi media e nuovi media, cos'è la realtà che ci costruiscono intorno, come costruiamo noi la realtà. Son tutte domande fondamentali per capire come diventare un editore online. Secondo me senza queste conoscenze si può fare poco.

 

Le Fonti di Guadagno Per un Editore Online



Quali sono le fonti di reddito per un editore digitale?

Oggigiorno possono essere veramente infinite. Recentemente ho pubblicato una mappa dei modelli di business per monetizzare i contenuti online, ci saranno almeno una trentina di alternative diverse. Vanno dalla pubblicità più "becera" a quella contestuale, secondo il modello di Google AdSense e AdWords, ai programmi di affiliazione, al drop shipping: avere cioè un magazzino che sta in qualche parte del mondo che ha in stock tutti i prodotti che tu vendi sul tuo sito, quando li vendi sono loro in effetti ad occuparsi di pagamenti e spedizione. Dandoti così la possibilità di creare un negozio online su misura.

Ci sono le possibilità di sponsorizzazioni, c'è la possibilità di distribuire i propri contenuti a pagamento, se hanno un certo valore. L'importante è che ci sia qualcuno che è disposto a pagare per leggerli o per fruirne. Ci sono modelli di monetizzazione dei contenuti che offrono la possibilità di integrare prodotti che vogliono essere associati a certi tipi di contenuti, quindi vogliono fare una specie di sponsorizzazione di un certo flusso di contenuti o di un certo tipo di articoli. Le possibilità sono veramente tantissime, ce ne sono molte che sono innovative e non si vanno a considerare.



Cosa pensi dell'interesse per gli infoprodotti, questa nuova forma di manualistica che comprende libri elettronici, audiolibri, videocorsi, etc.?

E' un mercato interessantissimo e in linea generale andrà bene nel futuro, al momento soffre un po' di immaturità perché purtroppo ci sono molti personaggi, autori, editori al limite dell'accettabile, spesso con prodotti non di qualità, non curati, molto superficiali e fatti solo per ottenere un guadagno veloce alle spalle di chi è un po' sprovveduto. E' un mercato che, specialmente in Italia, deve maturare ancora molto, si potrà giudicare questa maturità quando sarà più facile per il consumatore distinguere immediatamente i prodotti di qualità da quelli scarsi.

Succederà che emergeranno i prodotti di qualità, perché il fatto che sul Web sia facile copiare e incollare tanti contenuti rapidamente non significa che bisogna approfittare di questo per fregare la gente.

La direzione è quella comunque di poter vendere facendo delle cose di alta qualità. Il canale online non dev'essere un pretesto per fregare le persone perché è più facile mettere insieme una guida copiando qua e là. In realtà emergeranno i prodotti di qualità che sfruttano in maniera innovativa le possibilità di comunicazione diversa che questi canali danno. Ci possono essere vari approcci nel formato in cui queste informazioni vengono date. Il dato certo è che si va verso una crescente richiesta di informazione da parte di persone che vogliono imparare delle cose specifiche nel loro settore di interesse, nel modo più veloce possibile, potendolo fare dallo schermo del loro computer, senza dover andare in una classe ad ascoltare.

L'elemento che può essere decisivo nel distinguere degli ambienti professionali di apprendimento è la loro capacità di metterti in contatto con altre persone con i tuoi stessi interessi, con le quali fare domande, condividere difficoltà ed avere guide a disposizione che ti possono aiutare e spronare. Questo è quello che vedo sul fronte degli info-prodotti.

 

Editoria Digitale: la Situazione in Italia



Qual è la situazione italiana nel settore dell'editoria digitale?

Premetto che non sono un esperto in questo, non ho però visto fino ad oggi prodotti particolarmente interessanti, vedo che ci sono però molte nuove iniziative, che le persone ci stanno provando, che nascono nuovi editori indipendenti.

Quello che raccomando è di curare in maniera fortissima la qualità, il dettaglio e di fornire realmente qualcosa che valga di più del corrispondente su carta stampata (se esistesse). Questa è la chiave di volta perché in futuro diventerà più chiaro distinguere le cose, ci saranno i mezzi e i social media che ci aiuteranno. E' fondamentale quindi costruirsi una reputazione e una credibilità molto forti.

 

Blog di Nicchia: Come Fare la Scelta Giusta



Parliamo di nicchie di mercato interessanti su Internet: abbiamo visto svilupparsi blog su guadagno on-line, web marketing, crescita personale, Pnl, software e hardware. Quali argomenti ti sentiresti di dire che potrebbero essere interessanti e avere un mercato? Magari se ci dai qualche chicca un po' nascosta i nostri lettori te ne sarebbero senz'altro grati.

Questa domanda andrebbe un po' rigirata. Le nicchie sono realmente infinite, quelle dove si guadagna di più sono semplicemente quelle dove i margini di profitto, nel mondo reale, sono i più alti: mutui, dentisti, finanza, auto, hotel, prodotti di lusso. Tutti i servizi o prodotti dove ci sono ampi margini di guadagno. E' ovvio che in alcune di queste nicchie sono molto più competitive e ricche di concorrenti agguerriti, che sono lì da tempo, mentre altre sono più nuove. E' altrettanto vero però che anche nelle nicchie molto affollate ci sono tante sottonicchie ancora da sfruttare o che sono sfruttate da gente improvvisata che non le sa curare al meglio .

Il mio consiglio personale perciò è quello di non buttarti dove il guadagno è più alto, ma dove, tra le variabili c'è il guadagno, ma dove prima di tutto c'è la tua passione e competenza a riguardo, perché se entri in un settore dove non sei nessuno, ci puoi andare e se ti interessa probabilmente nel tempo diventerai un piccolo esperto anche tu, ma se il settore non fa al caso tuo e tu l'hai scelto solo per il guadagno, secondo me nella maggior parte dei casi ti stancherai e rimarrai deluso prima di ottenere i successi sperati.

Se vuoi una "chicca": vai su Google Keywords External Tool, scrivi proprio così sulla barra di navigazione. Arriverai ad una pagina di Google dove puoi inserire il nome di una nicchia di mercato o di una frase che la definisce. Per esempio "alberghi in alta montagna" o magari "vacanze ai tropici". Nei risultati troverai tutte le nicchie e sottonicchie relative a quella voce lì, le alternative, e in più ti farà vedere quanto valgono in termini di soldi, perché ti mostrerà quanto pagano gli inserzionisti di quella nicchia di mercato per mettere la pubblicità su Google o sui siti del network di Google. In pratica tu da lì potrai vedere un mucchio di cose: le nicchie, quanto pagano gli inserzionisti, quanta concorrenza c'è tra gli inserzionisti e quanta gente c'è che sta cercando quel tipo di informazioni.

La mia filosofia è quindi quella di fare un percorso "integrale", nel senso che quello che fai ti piace, dove il lavoro non è solo un posto dove andare a fare i soldi, ma anche la realizzazione delle tue passioni e dei tuoi reali interessi, per cui poi non ti pesa, ti appassiona, non c'è più questa separazione netta tra lavoro e il resto e la vita forse te la puoi godere un po' di più.



Quali sono le differenze peculiari della situazione italiana rispetto a quella americana, che è molto più dinamica e variegata della nostra?

Qui parliamo tanto e facciamo poco, mentre lì avviene il contrario. Noi ci lamentiamo molto, mentre lì discutono, ma poi costruiscono le cose. Noi ce la "cantiamo" da soli, siamo poco umili, molto presuntuosi, la buttiamo spesso in caciara per la passione di discutere, però stiamo diventando un po' sterili, in concreto poi cambiamo poco, non innoviamo realmente.



Ho visto blog guadagnare cifre notevoli occupandosi, per esempio, di uccelli tropicali. In Italia invece la situazione appare un po' monocorde, non si esce da quei 4 o 5 argomenti che abbiamo detto sopra, a limite si aggiungono il fitness e il mercato del credito.

Onestamente non credo che sia così, credo semplicemente che le persone che in Italia hanno raggiunto questi risultati non li vanno a sbandierare ai quattro venti, sono persone discrete che preferiscono tenere per sé le informazioni sui loro successi. Io ne incontro frequentemente di nuove e rimango meravigliato dalle cifre che guadagnano nei settori più diversi. Ci sono, ma non sono i soliti noti, non sono quelli che si fanno vedere in giro o che hanno la fortuna di essere invitati a parlare spesso, ma ci sono, ci sono eccome.




Il Web e i Rischi di Leggi Restrittive



Credi che i blogger e le vere figure che operano sulla rete verranno interpellati per elaborare testi di legge sensati? Non hai timore che possano uccidere lo sviluppo della rete?

Credo che non verranno mai interpellati e per quanto riguarda lo sviluppo della rete, sì, lo temo, e cerco di mettermi in regola il più possibile, anche se le regole stanno diventando più difficili. Spesso viene il desiderio di pensare a una destinazione geografica all'estero dove spostarsi, se le cose dovessero complicarsi ulteriormente in futuro. Quindi si pensa a bei posti di sole dove la regolamentazione fiscale è meno stretta, le incombenze meno pesanti per chi fa cose innovative e comunque vuole essere in regola, dove ci siano le infrastrutture per fare questo tipo di mestiere in maniera affidabile e continuativa.

La vedo molto triste da questo punto di vista, ma devo dire che al momento sono anche poco coinvolto nell'impegnarmi per poter cambiare queste cose qui. Dovrei quindi stare zitto, perché se uno si lamenta dovrebbe anche agire, perciò faccio il mea culpa per primo.




Come Nasce il Nome di Robin Good?



Siamo arrivati all'ultima domanda, una domanda che ti avranno fatto mille volte; insomma perché Robin Good? Da cosa viene e come è nato questo nickname?

Il mio nickname? Beh, vedi, il mio cognome è lungo e difficile, io ho avuto la fortuna di viaggiare in paesi anche molto distanti dove veniva spesso pronunciato male, cui una parte del mio cognome diventava il nome etc., quindi ho cercato un nome per il personaggio di questa attività online che stava nascendo. Mi sono detto: "Mi piacerebbe trovare un nome facile da ricordare e che mi rappresenti in qualche modo".

Cercare un nome che ti rappresenti non significa farsi chiamare John White, per esempio, ma deve dare la percezione di qualcosa. In quel momento, in quei giorni avevo chiacchierato con delle persone di quel meccanismo che chiamiamo il nostro Google interno, il meccanismo per il quale diciamo, per esempio: "Ti ricordi di quella persona ieri sera?" e magari non ci viene li per lì il nome; noi lo lasciamo lavorare e dopo qualche tempo, o magari il giorno dopo, tac! Ecco che ci viene in mente: il nostro Google interno lo ha tirato fuori dai suoi meandri di cose e sensazioni, suoni, colori ricordi e sentimenti.

E siccome ne avevo chiacchierato di questa cosa e stavo cercando un nome che potessi usare per la mia attività on-line, ho consultato il mio Google interno e gli ho detto: "Guarda, io devo trovare un nome facile da ricordare che però mi rappresenti in qualche modo, che abbia un significato, che sia breve; sai, io sono uno spirito ribelle che vuole sempre cambiare le cose, che vorrebbe un mondo migliore; vorrei aiutare i piccoli contro i grossi, ho voglia di essere un innovatore. Come mi chiamo? Come potrei chiamarmi? Quale potrebbe essere un nome che mi va bene?" Ecco, io gli ho fatto tutte queste domande e l'ho lasciato lavorare, tanto che me ne sono quasi dimenticato, lui invece lavorava in sordina.

Poi un giorno, dopo qualche tempo, ero fermo a un semaforo sulla mia moto e, improvvisamente, mi è arrivato questo nome e cognome che era la risposta del mio Google interno che aveva finito di lavorare e mi mandava la soluzione; questo nome e cognome che mi andava a pennello e che è stato subito mio e non solo perché mi diceva anche: "E sai da dove vieni? Dalla foresta di Share-wood, la foresta della condivisione".

L'eroe che rubava ai ricchi era diventato colui che senza essere pagato dava informazioni, dritte e strategie, e la foresta di Sherwood, che era la patria del mio antenato più illustre (Robin Hood), era diventata la foresta della condivisione, appunto! Quindi una cosa di un notevole potenza e soprattutto che aveva tutte le qualità e oltre che io avevo chiesto al mio meccanismo interno. Da quel momento è diventato il nome che mi ero inventato io, quello con cui mi riconoscono!

 
 
 
 
 
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