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23 ottobre 2009

Software Per Cellulari: Il Futuro E' Delle Applicazioni O Dei Browser?

I software per cellulari sono considerati da molti editori web e agenzie di comunicazione come i diretti discendenti dello storico Compuserve. Attraverso queste applicazioni essi pensano di servire le versioni vivaci dei loro contenuti sul Web. Ma questa è la prospettiva migliore per guardare al futuro dei contenuti e delle applicazioni sui dispositivi mobili?

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Photo credit: Eray Haciosmanoglu

Il futuro del Web sui cellulari è delle applicazioni, come ha proposto Apple con il suo AppStore, o è dei browser, attraverso un'esperienza utente più classica per il Web? Inizialmente Apple aveva scelto il browser come strumento principale per rilasciare i contenuti sull'IPhone, tuttavia in seguito ha focalizzato l'entusiasmo della gente verso il suo AppStore. D'altro canto Google sembra avere un approccio molto più Web centrico. Quindi qual è l'approccio davvero migliore? Quale sarà il futuro?

Applicazioni mobili o applicazioni Web?

Quanto tempo ci vorrà affinché la maggior parte dei consumatori capisca la differenza tra una tecnologia di transizione, progettata per sostenere i margini degli editori (iPhone - AppStore) e una tecnologia più soddisfacente che permetterà loro di collegarsi in modo più efficace con tutto il mondo (applicazioni mobili Web-centriche) ?

In questo articolo John Blossom, esperto di contenuti multimediali, valuta le possibilità che potrebbero portare uno dei due approcci ad avere il sopravvento sull'altro, motivando la sua analisi.

 

 

Si, c'è un Servizio Web per Questo: Dove Ci Stanno Veramente Portando i Software Per Cellulari?

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di John Blossom



Ho avuto un interessante colloquio su Twitter oggi con Rafat Ali, fondatore di PaidContent.org che rispetto e ammiro moltissimo per le sue intuizioni sull'industria dei contenuti (per non dire che negli anni passati è riuscito a scalzare molte pubblicazioni di tipo commerciale).

Rafat aveva sottolineato in un post su PaidContent che The New York Times aveva iniziato a introdurre pubblicità in modo fastidioso nelle sue applicazioni per IPhone, una cosa davvero intrusiva a suo avviso. Su questo io non sono molto d'accordo.

I software per cellulari sono considerati da molti editori web e agenzie di comunicazione come i diretti discendenti dello storico Compuserve. Attraverso queste applicazioni essi pensano di servire le versioni vivaci dei loro contenuti sul Web. Da questo punto di vista, non ci dovrebbe sorprendere che il NYT o un'altra agenzia di comunicazione avrà intenzione di riportare le sue strategie pubblicitarie su questi servizi a scatola chiusa.

In seguito però, come aggiornamento, Rafat mi ha segnalato un bel post su MocoNews, un sito di PaidContent, che sottolineava l'approccio di Apple verso le applicazioni sui cellulari rispetto all'approccio più Web centrico di Google.

Tricia Duryee sottolinea in questo articolo che Apple aveva scelto il browser come strumento principale per rilasciare i contenuti sull'IPhone, ma che in seguito ha focalizzato l'entusiasmo della gente verso il suo AppStore per distribuire contenuti e servizi sui dispositivi mobili.

Come lei fa notare:

Il problema più grande per Google non sarà convincere gli sviluppatori, ma i consumatori.

La macchina di marketing di Apple, pompata a dismisura, ha penetrato il pensiero della gente facendola convincere che "c'è un applicazione per questo", e non che c'è una URL.

Chiaramente, dopo aver registrato 1,5 miliardi di download in un anno, Apple è diventata il punto di riferimento per gli utenti delle applicazioni per cellulari del futuro.

Mi dispiace Tricia, ma tutto questo mi fa sorridere.

Mentre Apple ha implementato una strategia molto appropriata per l'IPhone, data la sua posizione nella nicchia di mercato dei prodotti di lusso, penso che valga la pena notare che tantissime pagine, molte più di 1,5 miliardi, vengono visitate ogni giorno sul web, e molte delle quali con applicazioni embed.

 




Evoluzione dei Software per Cellulari

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Proprio come i primi servizi commerciali online, ad esempio Compuserve e AOL, hanno reso l'immatura rete di distribuzione delle informazioni molto più appetibile, così la strategia delle applicazioni per IPhone ha sicuramente reso i software per cellulari molto più usabili e comprensibili per i suoi seguaci.

Allo stesso modo, i PC hanno iniziato presto a trarre beneficio da una galassia di pacchetti software, usati per riempire gli scaffali nei negozi, fornendo delle "interfacce amichevoli" che hanno reso la grezza tecnologia del PC molto più appetibile.

Ma oggi i servizi a scatola chiusa di CompuServe e AOL sono lontani ricordi, e i pacchetti software per PC sono spariti dai negozi, fatta eccezione per alcuni software che ancora devono essere acquistati come Microsoft Office (quasi il più costoso tra tutti i pacchetti che si trovano sugli scaffali del magazzino del nostro fornitore Staples), come i sistemi di contabilità o come gli strumenti di regolamentazione delle tasse.

Perché? Perché la maggior parte di questi prodotti e servizi sono stati superati da tecnologie più mature che non richiedono più pacchetti software proprietari per aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi.

  • Nel caso del software, molte funzioni che richiedevano pacchetti software sono ora disponibili attraverso i servizi di cloud computing, inclusa la preparazione delle tasse, la contabilità, i fogli di calcolo e l'elaborazione di testi.
  • Nel caso di servizi come CompuServe, è diventato anche una questione di scala: quasi 65000 applicazioni per IPhone sembrano essere moltissimi servizi, ma ti auguro buona fortuna a trovare quella che ti serve quando questo mercato comincerà a crescere.

La maggior parte della gente non sarà più interessata a questi servizi a scatola chiusa, anche se oggi sono una bella cosa (perché dispongono di molte persone a loro favorevoli), quando un buon motore di ricerca potrà aiutarli, in modo semplice, a trovare la prossima novità per cellulari.

Con ciò non voglio dire che non sia un meccanismo prezioso per le applicazioni mobili, all'interno del mix delle strategie di marketing per gli editori e le aziende ICT.

Una buona funzionalità con dei buoni contenuti al suo interno è una combinazione vincente su qualsiasi piattaforma.

Ma se noi dessimo un'accelerata all'orologio e riprendessimo questa discussione tra un anno, non credo che le persone saranno appassionate e fiduciose sull'AppStore come lo sono oggi - e non solo perché Andriod, la piattaforma mobile di Google, entrerà in scena.

 




Il Futuro dei Software per Cellulari: un Ambiente Standardizzato?

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Le applicazioni reali, diversamente da quelle sostituite con browser leggermente lucidati, che molti editori fanno passare come applicazioni per mobile, richiedono molto tempo e riflessione per essere sviluppate e implementate con cura.

E' vero che la piattaforma di Safari è molto diversa da quella di Chrome o di altri browser, però non è plausibile mettere sullo stesso piano le differenze relative alle aderenze agli standard (come l'HTML) di questi browser, rispetto alle differenze molto maggiori tra:

  • iPhone,
  • Palm,
  • Blackberrie e
  • cellulari Android.

Anche se le applicazioni per cellulari saranno in futuro molto utili, non esiste ancora nulla di concreto per aspettarsi dagli editori un investimento su di esse, solo per ottenere maggiori visite sui propri contenuti, in un panorama così vasto e confuso.

A quanto pare, questo aspetto non potrà essere nascosto né dai numeri da capogiro della piattaforma pubblicitaria di Apple, né da qualsiasi altro produttore di piattaforme per dispositivi mobili.

La verità è che molte pagine web sono in realtà già pilotate da applicazioni molto sofisticate, e questa cosa potrà solo essere aumentata dalla diffusione dell'HTML 5, che permette una maggiore integrazione degli script di programmazione negli ambienti web, molto di più rispetto alle versioni precedenti di questo linguaggio basilare per il Web.

L'architettura odierna di Google Chrome mette in risalto questo aspetto che coinvolgerà tutti noi.

Ognuna delle schede che apri contemporaneamente in Google Chrome è un processo separato nel tuo computer. Se una pagina web all'interno di una scheda ha problemi, il browser è in grado di chiuderla senza intaccare il funzionamento delle altre schede aperte.

In altre parole, Chrome è un ambiente di esecuzione di programmi multi processo.

Per metterla in un altro modo, nel momento in cui puoi lavorare in un ambiente standard, non importa se stai navigando in una pagina web o eseguendo un'applicazione.

Perché dovresti perdere tempo con una serie di applicazioni e una miriade di pagine web aperte dai segnalibri, quando puoi avere un unico ambiente unificato, dal quale puoi accedere a tutto ciò che ti interessa? Una volta ottenuto questo tipo di ambiente, le persone vorranno avere un buon motore di ricerca - o un servizio di selezione - che permetta loro di filtrare la miriade di fonti di informazione, piuttosto che poche migliaia di applicazioni che devono essere valutate e scaricate solo se "mamma Apple" lo permette.

L'iPhone AppStore è stato un meccanismo di marketing molto intelligente e utile, che ha permesso ad Apple di rendere la piattaforma molto più appetibile e utilizzabile, e di mantenere il completo controllo di questo processo: questo approccio è molto appropriato per qualsiasi tecnologia emergente.

 





Conclusione

Ammettiamolo, le applicazioni web sui cellulari sono ancora agli albori. Esse, piuttosto che rendere fruibili nei browser dei cellulari le funzionalità già disponibili nelle tradizionali piattaforme web moderne, permettono solo di rendere più attraenti le complesse schermate delle applicazioni mobili.

Probabilmente questa era artificiale stile Compuserve delle applicazioni per IPhone non dominerà il paesaggio dei contenuti sui cellulari per molto tempo, dato che il web è ormai maturo e sta solo aspettando delle migliori possibilità di navigazione attraverso Chrome e altre piattaforme, le quali potranno solo migliorare la qualità delle funzionalità web, dal momento che dovranno rendere i browser proprietari ancora più appetibili per i consumatori.

Le applicazioni per IPhone resisteranno e prospereranno per un bel po' di tempo, proprio come sono riusciti a fare i primi servizi online dopo la nascita del Web, tipo CompuServe.

Ma la maggioranza dei consumatori non ci metterà molto a capire la differenza tra una tecnologia di transizione, progettata per sostenere una nicchia di editori, e una tecnologia più soddisfacente, che permetterà loro di collegarsi in modo più efficace con tutto il mondo.

Fintanto che aziende, come la Apple, potranno creare nuove tecnologie che intrattengono e deliziano utenti di alto livello sui contenuti per i cellulari, per un bel po' di tempo ci capiterà di ascoltare: "Si, c'è un'applicazione per questo".

Ma se la storia è una guida per il futuro, nel momento in cui dei sostituti più potenti saranno disponibili e intrigheranno l'interesse di un pubblico sempre più vasto, in modo più semplice, sarà improbabile che le società potranno mantenere questa frase in bocca ai loro clienti.

Si, c'è un sito Web per questo, bene!




Note su John Blossom

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La carriera di John Blossom si estende in più di 20 anni di marketing, ricerca, sviluppo e gestione e media di informazione avanzati, compresi grandi editori e società di servizi finanziari, e include anche una precedente esperienza nei media radiotelevisivi. Blossom ha fondato Shore Communication nel 1997, azienda specializzata nella ricerca e nella consulenza strategica di marketing per editori e consumatori dei servizi di informazione. John Blossom è anche l'autore di Content Nation, un gran libro su come "Sopravvivere e progredire mentre i Social Media cambiano il nostro Lavoro, le nostre Vite e il nostro Futuro".




Photo credits:
Il Futuro dei Software per Cellulari: un Ambiente Standardizzato? - Jay Oatway
Evoluzione dei Software per Cellulari - Miro Kovacevic

 
 
 
 
 
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