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10 luglio 2008

Internet Television E Web TV: Quando Arriverà La Long Tail Anche Sul Mio Televisore?

"Sono passati alcuni anni dall'introduzione sul mercato di monitor TV in grado di gestire contenuti digitali. Eppure non c'è ancora l'interattività che ci aspettiamo tra questi dispositivi e Internet, a parte il caso di alcuni volenterosi che trovano il sistema di collegare il loro home theater al PC. Migliorare il rapporto tra Web e TV tradizionale sembra l'unica soluzione per valorizzare al meglio le trasmissioni satellitari e quelle via cavo"

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Photo credit: Ivan Stevanovic

E' proprio così. Il mondo del business e della comunicazione troverà nuove strade con un mix ben equilibrato di programmazione video sul Web e di televisione satellitare e via cavo.

Le opportunità che i canali televisivi tradizionali devono cogliere provengono proprio dalla rete, e riguardano il marketing, la distribuzione, le condizioni di accesso e i costi.

Il punto è che la televisione di oggi sta ancora dormendo, e anche quella satellitare e via cavo. Non tanto perchè non vede le grandi opportunità offerte dal Web. Il fatto è che la mentalità è quella di applicare ancora i vecchi modelli di business, oggi inadeguati per i nuovi media.

Il percorso da seguire non ha niente di strano, è lo stesso percorso seguito a suo tempo dagli editori della carta stampata o dei contenuti web. Adottare le loro strategie aiuterebbe ad arricchire la programmazione e a coinvolgere meglio l'audience.

Putroppo non siamo ancora a questo punto.

Prendiamo come esempio le televisioni commerciali italiane. Nessuna di loro ti fornisce un'accesso privo di restrizioni al contenuto dei palinsesti.
Certo si può pagare per scaricare alcuni show on-demand; ma che tra l'altro sono protetti da DRM e da una scadenza di 30 giorni. E molti di questi programmi possono essere visti solamente sul PC con cui li hai scaricati.

Sulle televisioni tradizionali, gli executive (amministratore delegato) ragionano in maniera retrogada: pubblicità poco rilevanti, intrusive, che interrompono la visione degli spettacoli, solo per cercare di spremere maggiori guadagni.

Manca quasi del tutto il rapporto reciproco tra Web e televisione, non ci sono feedback tra le due parti e questo taglia via alla base vaste possibilità di mercato, e quindi di guadagno.

Non è più il tempo dei vecchi approcci commerciali nati con la stampa, la radio, la TV. Il primo obiettivo da porsi è quello di avvicinare i canali tradizionali ai nuovi media, ma senza offrire gli stessi contenuti, per di più a pagamento, e con restrizioni di accesso. Il panorama dovrebbe essere diverso: contenuti provenienti dagli utenti, che sono chiamati in causa anche con il sistema dei social network.

Da qui il valore aggiunto, anche per le compagnie televisive: allacciare rapporti più aperti con lo spettatore, andando oltre le semplici statistiche da vendere agli inserzionisti.

Introduzione di Robin Good



Oggi John Blossom ci presenta la sua opinione sull'argomento, analizzando le dinamiche del mercato televisivo.

 

 

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di John Blossom

Recentemente ho avuto la scusa per rimpiazzare il mio vecchio televisore con un apparecchio ad alta definizione.

Dopo avere sopportato per anni immagini sfocate e suoni graffianti, finalmente ho potuto apprezzare uno schermo perfettamente nitido, e un audio cristallino. I sensi facevano salti mortali dalla gioia. Però mi sono reso conto che in sostanza non era cambiato nulla. I programmi erano sempre gli stessi, con le solite facce.

Nello stesso momento il mondo si prepara per il grande debutto di Hulu.com, il portale televisivo online che fornirà, protetti da DRM, contenuti provenienti da NBC/Universal, News Corp e da un network di 50 altri partner commerciali.

Staci Kramer di PaidContent.org ha fatto notare recentemente che ci sono stati già più di 50,000 embed del player Hulu, su 6,000 diversi siti web, con contenuti provenienti da 250 programmi televisivi con oltre 150 clip provenienti dai principali show presenti negli archivi. Un buon inizio.

E' un passo avanti da parte dei mainstream media verso i mercati online, che consente il moltiplicarsi di spazi virtuali in cui reperire contenuti video. Senza però la possibilità di manipolare o fare altre cose con questi contenuti.

Anche l'archiviazione per certi versi è un pò problematica. I programmi di oggi non è detto che li troveremo anche in futuro, a meno che non vengano riportati in vita da nuovi cicli di produzione.

Nel frattempo, Silicon Valley Insider fa notare che diversi spettacoli televisivi datati hanno riscontrato un ottimo favore di pubblico su Hulu. Tra questi il vecchio classico degli anni 50 "Davy Crockett" e la serie TV anni 80 "Airwolf".

Il progetto Hulu sembra quindi capace di raccogliere un certo successo, nonostante si integri poco con le piattaforme dei propri partner commerciali.

Sembra che la semplice possibilità di spulciare gli archivi della televisione popolare abbia raccolto consensi.

Ma come accade in questi casi, i vecchi modelli di produzione stanno alla televisione come delle ancore alla Queen Elizabeth.

Sono infatti i produttori i primi a frenare l'arrivo di nuovo materiali, preoccupati di come questi possano condizionare le vendite di DVD, senza curarsi del fatto che i contenuti video sono ogni giorno più disponibili attraverso i nuovi media.

Ci sono infatti più di 65.000 nuovi video ogni giorno su YouTube, creando una "long tail" di contenuti da cui si potrà trarre profitto.

Hulu rappresenta un'opportunità per i produttori in cerca di crescita di ascolti.

I distributori della televisione satellitare e via cavo si chiederanno prima o poi: "com'è che non riusciamo a fare un lavoro migliore, dando ai nostri spettatori il contenuto che chiedono, quando e come vogliono?"

TiVo ha dato l'annuncio di un interfaccia diretta con i download di YouTube, e le HDTV già si possono collegare al PC. Questi elemementi contribuiscono a rendere prioritario lo sviluppo di contenuti on-demand per gli spettatori della TV via cavo e di quella satellitare.

Questo mi riporta all'apparecchio HD nel soggiorno di casa mia.

E' magnifico avere tutti questi canali ad alta definizione, ma come mai non vedo ancora nessuna vera integrazione tra i servizi via cavo e il Web?

Perchè, quando trovo un video che mi interessa sul Web, non posso semplicemente cliccare su un'icona che mi permetta di inviarlo sul mio apparecchio HDTV, per guardarlo con calma e in tutta la sua qualità di riproduzione?

Sono anni che abbiamo monitor TV in grado di gestire contenuto digitale. Eppure non c'è ancora l'interattività che ci aspettiamo tra questi dispositivi e Internet, a parte il caso di alcuni volenterosi che trovano il sistema di collegare il loro home theater al PC.

Migliorare il rapporto tra Web e TV tradizionale sembra l'unica soluzione per valorizzare al meglio le trasmissioni satellitari e via cavo.

Quello che spero è che Hulu renda il campo più competitivo. Forse è questo l'unico fattore che riuscirà a smuovere le acque.
Gli strumenti li abbiamo già a disposizione. Le limitazioni della TV via cavo possono essere superate.

Non si tratta di avere a disposizione centinaia di canali, magari nessuno dei quali è di nostro interesse, ma di fornire il miglior servizio possibile per il download mirato.
E a questo punto sarà direttamente chi fa il download a determinare le inserzioni pubblicitarie; non il canale che ospita il programma.

E' uno scenario che vedremo presto; sempre che i provider televisivi satellitari e via cavo sappiano stare al passo con le dinamiche di Hulu e dei nuovi media.




Scritto da John Blossom per Shore.com e pubblicato l'11 Marzo 2008 con il titolo "Hulu , TiVo and the HDTV: When will "The Long Tail" Come to the Living Room?"

 
 
 
 
 
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