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14 marzo 2006

Mass Media VS Network Media: L'Analisi Di Brian Martin Sui Limiti Dei Mainstream Media E Il Valore Dei Media Partecipatori

I Mass media corrompono. Un piccolo numero di proprietari ed editori esercitano un grande potere su quello che viene comunicato ad un gran numero di persone. I Mass media dovrebbero essere sostituiti da media partecipatori organizzati in network, network telefonici e di computer.

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Photo credit: Ben Goode

Le strategie per superare il potere dei mass media includono:
a) cambiare personalmente il proprio modello di consumo dei media,
b) participare a media alternativi e
c) usare azioni non violente contro i mass media tradizionali.

Le lamentele circa i mass media sono ormai comuni:

Per iniziare, c'è una bassa qualità per quanto riguarda la programmazione. L'attenzione verso la violenza è spropositata in rapporto a quella che viviamo ogni giorno. La maggior parte dei mass media pongono un'attenzione estrema nei confronti di crimini, morti, disastri, ai conflitti, rispetto alle community armoniose, agli atti amorevoli e alla risoluzione dei problemi. Spesso i mass media creano paure non realistiche rispetto a crimini, a persone straniere e proteste di massa.

"News" spesso nei mass media equivale ad intrattenimento rispetto ad educazione ed informazione. I report, specialmente in TV, sono spesso presentati senza proporre il loro contesto. Sono descritti gli ultimi eventi ma vengono tralasciate le cause e i processi da cui sono scaturiti.

I consumatori di media ascoltano molti fatti, ma di frequente non capiscono come uno si lega all'altro. "Il contesto" è il risultato delle premesse dietro i fatti e questo contesto è molto potente perchè non è nè deciso nè discusso.

Anche i "fatti" che sono presentati sono spesso sbagliati oppure ingannevoli. Gruppi potenti come governi e corporazioni formano news in vari modi, fornendo informazioni selezionate ed offrendo accesso a storie in cambio di una disinformazione diffusa.

 

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Photo credit: Erik Dungan

La pubblicità è un altro potere influente riguardo ai media commerciali.

I pubblicitari influenzano quali tipi di storie sono presentate. Ma andando più in profondità, i pubblicitari stessi formano i punti di vista delle persone sul mondo. Sono una fonte pervasiva di irrealtà, diffondendo insicurezza e consumismo.
Ci sono altri problemi con i mass media.

Ma alcuni media sono meglio di altri, se giudicati secondo criteri di accuratezza, qualità ed indipendenza da speciali interessi. La maggior parte dei critici dei media sembra credere che sia possibile promuovere e sviluppare mass media illuminati e veramente educativi. Questi sforzi sono lodevoli ma hanno limiti intrinsechi.

Il problema non è con i media in generale, ma con i mass media, quei media che sono prodotti da un piccolo numero di persone in rapporto al numero di coloro che li ricevono. La maggior parte dei grandi giornali, delle tv e delle stazioni radio rispecchiano questa descrizione.

I Mass media per la loro natura danno potere a pochi ed offrono una minima partecipazione da parte della più vasta maggioranza.
Il potere dei mass media è corrompente

Data la capacità di corrompere di questo potere, la riforma dei mass media, sebbene utile non dovrebbe essere l'obiettivo. L'obiettivo invece dovrebbe essere la sostituzione dei mass media con sistemi di comunicazione che sono più partecipatori.



Gli approcci usuali
La maggior parte delle analisi dei mass media assumono che ci sono due vie, il controllo da parte dello stato e il libero mercato. Il problema per quanto riguarda il controllo dello stato è che è centralizzato.

I media dei regimi militari e degli stati socialisti burocratici sono noti per la loro censura. I difensori del "libero mercato" sono contro questo tipo di media, ma il problema con i media del " libero mercato" è che danno una libertà solo alle grandi compagnie media e ad altri grandi interessi aziendali. Ognuno è "libero" " di appartenere ad una compagnia editoriale o ad una stazione televisiva.

I limiti dei mass media nelle democrazie liberali non sono semplici da percepire a meno che uno non abbia accesso a fonti alternative di informazione. Fortunatamente esistono libri eccellenti e magazine che espongono gli errori volontari, le intenzioni nascoste e gli inganni nei mass media. I magazine Extra!, Free Press, Lies of our Times e Reportage danno una prospettiva del modo in cui i mass media di lingua inglese offrono visioni che potenziano le idee del business e dei governi, coprono poco le questioni che influenzano le donne e le minoranze e nascondono la corruzione dell'elite e l'agenda politica.

Il libro Unreliable Sources (fonti inaffidabili) offre molti esempi di tutto questo e di come i mass media trattano questioni come politica, affari esteri, razzismo, e diritti civili. I conservatori credono che i media siano pieni di errori, ma contro di loro. [George Comstock, Television in America (Beverly Hills: Sage, 1980), pp. 50-56, riporta che un numero uguale di consumatori crede che la televisione Americana sia influenzata sia dai liberali che dai conservatori.]

L'analisi che spiega tutto questo è semplice ed efficace: Le corporazioni ed i governi hanno una grande influenza sui mass media e i mass media sono grandi industrie essi stessi.

Questi fattori sembrano spiegare molti problemi.

Il potere dei mass media occidentali danneggia specialmente gli interessi delle persone del terzo mondo, divenendo parte integrale della cultura imperiale contemporanea. [Guarda Ben Bagdikian, The Media Monopoly (Boston: Beacon Press, 1993, 4th edition).

Due notevoli prese di posizione riguardo al dominio dell'informazione e della cultura con oggetto gli Stati Uniti sono Herbert I. Schiller, Culture, Inc.: The Corporate Takeover of Public Expression (New York: Oxford University Press, 1989) e Gerald Sussman, Communication, Technology, and Politics in the Information Age (Thousand Oaks, CA: Sage, 1997).

Se desideri sapere come i media influenzano le persone puoi approfondire il modello della propaganda esposto da Edward S. Herman and Noam Chomsky, Manufacturing Consent: The Political Economy of the Mass Media (New York: Pantheon, 1988) basato sui cinque filtri di proprietà, pubblicità, fonti di organizzazioni potenti, attacchi a programmi scomodi e il modello anti-comunista che coinvolge le pratiche giornalistiche presente su W. Lance Bennett, News: The Politics of Illusion (New York: Longman, 1988, 2nd edition) e Rodney Tiffen, News and Power (Sydney: Allen and Unwin, 1989).

Per altre fonti guarda James R. Bennett, Control of the Media in the United States: An Annotated Bibliography, (Hamden, CT: Garland, 1992]

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Photo credit: Bartlomiej Stroinski

Si, i media sono pieni di errori volontari. E che cosa possiamo fare in merito ? Jeff Cohen, di Fairness and Accuracy in Reporting (FAIR), ha una strategia.

  • Rimani scettico riguardo alle storie presentate dai media

  • Scrivi lettere alle compagnie media, lamentati, prendi parte a talk show alla radio

  • Non sostenere la censura, ma invece sostieni la presentazione di entrambi le parti riguardo ad una questione

  • Utilizza TV ad accesso pubblico

  • Fai meeting e picchetti

  • Utilizza media alternativi

Questo è un buon approccio grassroots. Ma l'obiettivo è la "chiarezza e l'accuratezza" cioè l'equilibrio nelle notizie per sostituire le strutture media non democratiche.

Un'analisi approfondita di queste questioni è data da John Keane nel suo libro The Media and Democracy. Egli fornisce una critica elegante del "liberalismo di mercato," l'approccio secondo il quale i governi riducono il loro intervento nel mercato della comunicazione. Egli nota che i mercati della comunicazione non regolati restringono la libertà della comunicazione creando monopoli, barriere e trasformando la comunicazione in prodotto. Egli evidenzia alcuni trend nelle democrazie liberali che sembrano non supportare il libero mercato nella comunicazione come: l'uso delle condizioni di emergenza da parte dei governi, le operazioni segrete da parte dell'esercito e della polizia, le bugie dei politici, le pubblicità da parte dei governi, la crescente collaborazione tra elite, governi, aziende e sindacati. La portata globale delle corporazioni della comunicazione è un altro problema significante.

L'alternativa tradizionale al media commerciale è il servizio pubblico, i media finanziati dal governo (come l' ABC in Australia, la BBC in Gran Bretagna CBC in Canada) combinati con la regolazione del governo dei media commerciali. Keane è a favore di questi servizi, a patto che ci sia un'autonomia garantita dei media sostenuti dal governo, una regolazione del governo dei media commerciale e un supporto per i media non di stato e non commerciali che includono piccoli magazine, stazioni radio di community, e stazioni televisive ad accesso aperto.

Il modello di Keane sembra buono in teoria. Egli propone una lista di cose che dovrebbero essere fatte, ma non dice chi dovrebbe rendere tutto questo operativo, il governo si presume. Inoltre Keane non dice come lo stato stesso sarà controllato. Egli desidera un nuovo assetto costituzionale con un governo illuminato e progressivo e controlli sui media commerciali e la promozione di "media non di stato, non di mercato". Ma perché dovrebbe essere lo stato a fare tutto questo ?



Limiti alla partecipazione
In principio, i mass media potrebbero essere più democratici, ma solo se funzionassero in maniera diversa.

L'indipendenza editoriale dovrebbe essere garantita, minimizzando l'influenza del governo o di altri gruppi speciali. Il potere dei pubblicitari dovrebbe essere ridotto o eliminato. Ai cittadini dovrebbe essere permesso di proporre i propri contenuti. Questi sono obiettivi.

Ma ci sono dei limiti da superare per rendere i mass media veramente democratici.

Considera, per esempio, un giornale alternativo con una buona reputazione e circolazione. Gli editori dovrebbero essere più aperti ai lettori e dovrebbero essere prese alcuni decisioni dal punto di vita editoriale. Le scelte dovrebbero fatte riguardo a quali storie da presentare, quali pubblicità accettare, quali eventi pubblicizzare, quali inserimenti accettare, quali policy adottare e così avanti. Dovrebbero essere inserite numerose policy. Anche l'ortografia potrebbe essere controversa. Dovrebbe essere pubblicata ogni cosa oppure dovrebbero essere fatte delle selezioni sulla base dell'argomento e della qualità ?

Se ci sono pochi contributi, ognuno può essere coinvolto, e molte persone avranno la possibilità di parlare dei loro argomenti preferiti.

Questi problemi sono lontani dall'essere ipotetici.

Non tutti quelli che lo desiderano possono avere un articolo pubblicato su Mother Jones, New Statesman and Society o The Progressive. Questi magazine sono di "alta qualità" perchè sono in grado di selezionare in base alle potenziali offerte. Ma essere in grado di selezionare significa dare all'editore un grande potere.

Essere in grado di definire e selezionare la "qualità" inoltre significa essere in grado prendere delle decisioni sui contenuti.

I proprietari e gli editori di questi magazine devono stare attenti a prendere le decisioni giuste in modo da mantenere il loro bacino di lettori.

Se praticare la "democrazia" in questi magazine, significa perdere qualità si può andare incontro ad un disastro finanziario.

Questi commenti possono apparire ingiusti ai media alternativi. Ma per definizione, anche il più grande di questi appare piccolo in confronto ai grandi media. Inoltre ci sono enormi differenze tra i media alternativi. Diciamo che ce ne è uno per ogni utente.
Il mio punto non è criticare i media alternativi, ma il mio desiderio è evidenziare che la democrazia è virtualmente impossibile in un medium dove un piccolo numero di proprietari ed editori produce un prodotto per un'audience vasta.
La futilità nel ricercare la democrazia dei media appare ancora più evidente quando la scala cresce e l'audience passa da migliaia a milioni.

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Photo credit: Bartlomiej Stroinski

Questo è il caso dei più grandi giornali, delle stazioni televisive e dei servizi collegati. Basta una piccola analisi per scoprire che più grande è l'audience, più potenti sono i decision maker nelle organizzazioni dei media e meno efficaci sono i meccanismi per la partecipazione.
Più grandi sono i media, meno sono le opportunità per la partecipazione e maggiore è il potere di queste figure chiave. Il modo in cui questo potere viene utilizzato dipende dalla relazione dei media con i gruppi più potenti nella società. Nelle democrazie liberali, i governi, le corporazioni e le corporazioni dei media esercitano il più grande potere sui media.

La grandezza del mass media è quello che rende possibile per questo potere diessere esercitato così efficacemente.



Altre questioni per quello che riguarda i mass media?
Prima di eliminare i mass media, è necessario verificare se ci siano altre giustificazioni.

Forse ci sono altri argomenti per mantenere i mass media anche in una piena società partecipatoria:

  1. Emergenze
    I mass media, specialmente radio e televisione, possono venire in aiuto in caso di emergenze: i messaggi inviati possono raggiungere una vasta frazione della popolazione.

    Ma non in tutti i casi di emergenza sono utili i mass media. Gli allarmi per incendi, non si possono affidare ai media convenzionali. I network media, inclusi telefoni e network di computer, possono essere configurati per permettere comunicazioni di emergenza.

    I mass media sono molto vulnerabili in certe emergenze : ad esempio i colpi di stato militari. Dal momento che permettono a poche persone di comunicare ad una larga popolazione con poca possibilità di dialogo, i mass media rappresentano il primo obiettivo dei regimi militari. La censura dei giornali rappresenta il passo successivo.

    Per resistere ad un colpo di stato, le comunicazioni sulla base di network sono superiori rispetto ai mass media.

  2. I talenti dei Media
    I mass media permettono a molte persone di imparare dagli sforzi di alcuni talenti come attori, musicisti, atleti, giornalisti e commentatori. Ma anche senza i mass media è possibile imparare da questi talenti, ad esempio attraverso le registrazioni audio e video.
    Inoltre i mass media limitano l'accesso a pochi e coloro che sono lasciati fuori hanno una maggiore chance di raggiungere un'audience attraverso i network media.
  3. Una forza per buoni propositi
    I mass media sono senza dubbio molto potenti. Nelle giuste mani possono divenire una forza potente per buoni propositi. Pertanto, l'obiettivo potrebbe essere promuovere mass media supervisionati da persone responsabili.

    Quello che è da notare però è quanto facilmente il potere corrompa. Chiunque operi nei mass media è suscettibile della corruzione del potere per sè stesso e per un arricchimento personale.

  4. Grandi risorse
    I mass media presuppongono grandi risorse sia finanziarie che simboliche. Questo rende possibile loro intraprendere progetti grandi e costosi come film a grandi budget, team investigativi speciali ed ed una copertura in profondità di eventi chiave.

    Attualmente, i progetti a larga scala sono possibili anche tramite sistemi di network. Necessitano semplicemente cooperazione e collaborazione. Per esempio i public domain software (i programmi gratis per computer) sono piuttosto sofisticati e sono stati prodotti con l'aiuto di molte persone. In sistemi centralizzati, grandi decisioni possono essere prese solo da poche persone, mentre in sistemi de-centralizzati, è necessaria la più grande partecipazione.

Questi quattro argomenti per mantenere i mass media, in una forma migliorata e riformata, si trasformano attualmente in argomenti contro i mass media.

I mass media non sono necessari per le emergenze e rappresentano una vulnerabilità chiave in mano a coloro che desiderano prendere il controllo di una società. I mass media non sono necessari per godere e beneficiare del talento di altri.

Il potere esercitato dai mass media è improbabile che venga esercitato per il bene dal momento che tende a corrompere chi lo esercita. In fine, sebbene i mass media possono intraprendere grandi progetti, questi progetti possono essere sviluppati anche attraverso i network media, ma in un modo che coinvolge la partecipazione piuttosto che la direzione centrale.

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Fine prima parte di due



Pubblicata originalmente dal Dr. Brian Martin come: "Beyond Mass Media, Chapter 2 of Information Liberation" in 1998.
Pubblicata da London Freedom Press

L'autore:
Il Dr. Brian Martin è Professore associato in Science, Technology and Society alla University of Wollongong. Il suo campo di studi è la Fisica, con un BA alla Rice University ed un PhD alla Sydney University. Ha lavorato poi dieci anni alla Australian National University come matematico. La maggior parte delle sue ricerche hanno riguardato la stratosfera, l'astrofisica, i metodi numerici, e il vento nelle griglie elettriche. Inoltre ha studiato politica, sociologia ed altri aspetti della scienza. Il Dr. Martin inoltre è coinvolto nel movimento per la pace e antiuranio. Tutto questo lo ha stimolato a studiare e a scrivere su molte questioni, incluse la politica della scienza, e dell'educazione. Ha pubblicato numerose pubblicazioni riguardo a questi argomenti inclusi Technology for Nonviolent Struggle, Information Liberation, e Suppression Stories.

 
 
 
 
 
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