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10 gennaio 2012

Perché Il Social Media Marketing Non È Il Marketing Sui Social Media

Non è come pensi. Il marketing sui social media non è affatto una copia del marketing classico, solo applicato alla sfera social di Internet. Sono proprio due approcci alla promozione ed alla vendita di un prodotto totalmente diversi. In questo video inedito, Robin Good ti spiega perché c'è così tanta differenza.

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Photo credit: Robin Good

In un recente evento per Business International, Robin ha proposto un intervento dal titolo: "Il Social Media Marketing NON è il Marketing Sui Social Media", volto a spiegare le differenze tra il marketing vecchio stile, proprio dei mezzi di comunicazione di massa, ed il social media marketing, basato su Internet e i social media.

In questo articolo ti propongo la prima parte di questo intervento, dove Robin ha provato a spiegare con il suo consueto stile terra-terra, cosa vuol dire davvero fare marketing su Internet. Nello specifico, scoprirai:

  • Come la maggioranza delle persone interpreta il concetto di "marketing",
  • Per quale motivo il marketing online è un tipo di approccio radicalmente nuovo rispetto al passato,
  • Quali sono le principali differenze fra marketing e social media marketing,
  • Perché il marketing vecchio stile è "transazionale", mentre il nuovo marketing è "conversazionale".

Se sei curioso di scoprire cosa vuol dire realmente fare marketing online, dai un'occhiata ai video che trovi in questo articolo, e resta sintonizzato su MasterNewMedia Italia.

La prossima settimana ti proporrò la seconda parte dell'intervento di Robin, dove vengono esaminati alcuni esempi virtuosi di aziende italiane ed estere che fanno buon uso dei social media per promuovere il loro brand e vendere i propri prodotti.

 

 


Chi È Robin Good


Durata: 01:36

Trascrizione integrale in italiano.



Io sono un piccolo editore online, un piccolo imprenditore che sfrutta Internet.

Se devo darti qualche informazione al volo per inquadrarmi, ho deciso di abbandonare il "sistema" dal 2003-2004.

Non ho più un cliente normale che fatturo, qualcuno che mi telefona e mi chiede se faccio un lavoro per lui. Ho deciso di lavorare completamente sul Web.

Inizialmente, ho avuto questa fortuna accidentale di scoprire attraverso Google, un sistema di monetizzazione che mi ha consentito di fatturare - nero su bianco - oltre un milione di euro a Google in qualche anno.

Poi, ho scoperto che Google non era la mia strada e che la pubblicità, alla quale ero avverso prima, non è forse la maniera migliore per crearsi una continuità lunga, sostenibile nel futuro.

Ho deciso allora di cambiare direzione e di coltivare un mio piccolo campus online, dove dò la possibilità a piccoli imprenditori e piccole società di trasformare le loro passioni, i loro interessi, in un business sostenibile online, in una maniera un po' diversa da quella che fanno gli altri.

 



Perché il Marketing NON È il Social Media Marketing


Durata: 11:32



Io sono qui per scassare le scatole, è sempre questo il mio mestiere.

Cercare di non dare mai per scontato le cose che vengono dette normalmente, ma cercare di vederle con degli occhi un po' diversi.

Quindi, risulterò a volte troppo ovvio, troppo scontato, uno che dice delle ovvietà assolute.

Bene, sono io. È giusto.

Vi sembrerà anche che io dica delle cose esagerate. "Questo è fuori di testa", bene quello sono io, allora siete sintonizzati bene.

Io volevo un po' scassare le scatole sul fatto che diamo quasi per scontato che fare social media marketing, sia fare il marketing con i social media o andando sui social media.

Questo è il pensiero naturale che viene immediatamente.

Sono andato in giro ad investigare se questa mia sensazione del marketing e del social media marketing, che forse non sono per niente la stessa cosa, fosse vera.

Quindi sono andato a chiedere un po' in giro ai miei contatti, che non fanno una statistica DOCSA ufficiale, non sono qualcosa che poi si può presentare ai propri alunni all'università, ma sono solo i miei contatti sul web.

A queste persone ho chiesto: "cosa sta a significare davvero per te fare marketing?" "A cosa pensi, cosa vuol dire questo "fare marketing"?

È interessante guardare che cosa dice Wikipedia italiano sul marketing:

Marketing significa letteralmente "piazzare sul mercato" e comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti, considerando come finalità il maggiore profitto e come causalità la possibilità di avere prodotti capaci di realizzare tale operazione finanziaria.

Io parto da lì e vado a chiedere ai miei amici, ai miei colleghi, secondo loro che cos'è.

Queste sono le risposte che ho avuto:


Passa il tuo mouse sopra le fette della "torta" per vedere i risultati.



  1. Come vendere "qualcosa" a qualcuno (38 persone).
  2. Come convincere i clienti a comprare (26 persone).
  3. Come trovare nuovi clienti a cui vendere (24 persone).
  4. Come farsi conoscere da chi non ti conosce ancora (12 persone)

A me, sinceramente, sembrano risposte abbastanza ragionevoli. Sono quelle che mi aspettavo di avere e sono quelle che sento normalmete dire dalle persone.

"Il marketing è una maniera per trovare nuovi clienti, vendere di più o farsi conoscere da chi non ti conosce affatto".

Se, quindi, fino ad oggi ci siamo basati su un modo di fare markting che era basato su un approccio dettato più che altro dal vendere, dallo spingere, dall'urlare qualcosa agli altri, ci siamo però dimenticati perché.

Lì facciamo un errore quando andiamo sui social media ad afferrare tutti questi concetti: ascolta, monitora, ecc. ma non dobbiamo vendere della roba noi, scusa?

Il problema è che prima il nostro sistema di funzionamento generale - dell'industria, dei prodotti che promuovevamo e vendevamo - era basato sull'utilizzare i mass media.

Quali erano i mezzi attraverso cui usavamo la pubblicità e ci facevamo conoscere o vendere i nostri prodotti? Non certo Facebook, ma la radio, la televisione, la stampa: questi erano i mezzi che utilizzavamo.

Per utilizzare questi mezzi possiamo andare per il sottile e parlare attraverso il programma televisivo soltanto a lui, lui e lui che sono interessati veramente al nostro prodotto, o dobbiamo fare casino, sparare a largo raggio e cercare di beccare qualcuno in mezzo? Dobbiamo cominciare ad adottare un termine che si chiama "target".

Ma perché? Non perché serva a vendere le cose, ma perché a quell'ora ci sono quelli che mi possono interessare di più, o in quella fascia, o in quel tipo di mercato, ci sono delle persone che posso raggiungere con i mezzi pubblicitari, con i mezzi di comunicazione di massa. Solo attraverso questa schematizzazione a priori, che non fa parte del modo di dialogare, di scambiare, che succedeva nel mercato.

Il marketing non viene dal mercato quello vero, quello del fruttivendolo. Viene dal mercato del marketing, è un termine inglese - non è nato dal latino direttamente.

È un marketing che è venuto fuori in quest'età dei mass media, non nell'età dei social media. Quindi, se ti corrisponde che nell'età dei mass media abbiamo cominciato a ragionare in questa maniera, ad urlare, a sparare a largo raggio, ad usare la potenza di fuoco piuttosto che a "mirare" perché i mezzi non ce ne danno la possibilità, adesso le cose sono cambiate radicalmente.

Le cose sono cambiate perché non ho più la necessità di dover sparare su una grande massa di persone, ma posso andare a mirare.

I cambiamenti fondamentali che io vedo, sono prima di tutto:



1. Non Target, ma Tribù

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Invece di pensare sempre a questo dannato target - che secondo me non funziona più per chi opera con i social media - dobbiamo pensare a intercettare una tribù precisa.

Invece di sparare sui grossi numeri, più stringiamo e andiamo ad intercettare la vera domanda, le vere necessità che ci sono là fuori, più successo possiamo avere con questi media, perché ci aiutano a indovinare le esigenze specifiche, invece che cercare di essere la RAI, di tutto e di più per tutti quanti.

No, non va bene.

Tant'è che la televisione assume sempre di più quell'aspetto di "a me interessa quello, io voglio vedere quell'altro". Se quindi potessimo cambiare questo termine target ed identificarne uno nuovo, il termine giusto che potremmo usare adesso è "tribù".

Non mi interessa più individuare chi ha una certa età, un certo profilo demografico, o che guadagnano un x numero di soldi. Mi interessano tutti quelli, di qualunque età, dovunque abitino, qualsiasi stipendio abbiano, che hanno quel problema lì, quell'esigenza lì.

Quella è la mia tribù, e con quella che comunico, non con il target.

 

2. Non Sparare, Intercetta

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Se prima scassavamo le scatole continuamente con questi messaggi a bomba, a ripetizione, più ne hai, più dai, adesso dobbiamo fare quello che abbiamo sentito dire molte volte, cioè intercettare delle esigenze specifiche.

Sia Google, i motori di ricerca, i social media, ci danno modo di capire quali sono le esigenze, cos'è che le persone stanno cercando. Noi possiamo usare una specie di radar oggi, allora perché questo radar non lo usiamo per capire cosa vogliono e intercettarli, andargli incontro?

Quindi, abbasso il volume, non strillo, non continuo ad urlare, non vado su Facebook a postare 150.000 post che parlando solo della nostra nuova macchina, di quello che stiamo per mettere fuori, della nostra nuova offerta, perché ci siamo scassati.

Le persone vogliono essere ascoltate.

Mi puoi venire a fare tutte le pubblicità del mondo sulla TV, ci puoi mettere tutti i centravanti della mia squadra che mi stanno più simpatici, ma io non ti credo, perché tutta questa roba tu l'hai comprata.

Io, quando vengo nel tuo negozio in Via del Corso per farmi cambiare la SIM, tu mi dai un numerino ché io devo fare sette giri di isolato, non mi tratti neanche come un essere umano; sembra che mi stai facendo un favore. Quindi, sarai pure "tutto intorno a me", ma poi dopo mi tratti come un cane.

Allora perché io dovrei venire da te? Solo perché non c'è questo dannato concorrente verso il quale io posso avere fiducia, che non è solo un brandi di gente con il vento nei capelli, chitarre sulla spiaggia, ecc., ma qualcuno del quale ti puoi fidare perché nel suo servizio ci mette la faccia.

 

3. Non Fare Transazione, ma Conversazione

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Infine, questo marketing, secondo me, è servito fino ad adesso ad un metodo basato sulle transazioni. Io ti marketo perché poi dopo tu mi dai dei soldi, non lo faccio per altri motivi.

Io sono qui con un obiettivo preciso: spremerti più soldi che posso. Il cambiamento, quando vai sui social media, è che tu questo atteggiamento non lo puoi avere più.

Sui social media bisogna che ti interessi veramente, per la prima volta, dei tuoi cavolo di clienti. Ma sul serio, non perché devi spremergli dei soldi. Quella è una conseguenza del fatto che tu ti interessi a loro, vai incontro a loro, cerchi di ascoltare sinceramente le loro esigenze, e quindi migliori i tuoi servizi, i tuoi prodotti, ne crei di nuovi, facendo esattamente quello che abbiamo sentito dire anche prima.

Questa è la differenza per cui secondo me marketing e social media marketing sono proprio due mondi che non si conoscono.

Sono due mondi avversi: invece di spremere, io voglio aiutarti, perché so che se aiuto le persone ci devo mettere prima del mio, ci devo spendere dei soldi, del tempo, ma poi ho un investimento a lunghissima durata, mentre l'investimento di marketing transazionale è: "adesso te li ho spremuti, ma poi magari non vieni più, lo so".

Quindi: scegliete voi che tipo di marketing volete fare, se relazionale o transazionale.




Non perdere la prossima settimana il video con la seconda parte dell'intervento di Robin, con alcuni esempi virtuosi di aziende italiane che fanno buon uso dei social media per promuovere il loro brand e vendere i propri prodotti.

 

Video registrato da Carlo Aragona per MasterNewMedia, e pubblicato per la prima volta il 10 gennaio 2012, con il titolo: "Perché Il Social Media Marketing Non È Il Marketing Sui Social Media". Trascrizione video ed editing di Daniele Bazzano.


 
 
 
 
 
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