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Curated by: Luigi Canali De Rossi
 


23 settembre 2005

Pubblicità Su Internet: Il Futuro Degli Annunci Online Secondo Robin Good

I messaggi pubblicitari non sono altro che degli annunci per la promozione, per il mercato, la vendita o la fornitura di informazioni su di un prodotto specifico, su di un servizio, o un evento commerciale.

Il nostro cervello elabora i messaggi pubblicitari come informazioni. Il nostro cervello, però, ha anche imparato che i messaggi pubblicitari hanno bisogno di un'ulteriore elaborazione per un'applicazione utile, dato che si tratta di offerte psicologiche create per persuadervi a spendere soldi da qualche parte.

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Una delle elaborazioni ulteriori che il nostro cervello deve compiere davanti ad un messaggio pubblicitario, è quella di mantenere questi messaggi in un contesto insieme ad altri fatti non espliciti rispetto a questi messaggi pubblicitari, ad esempio:
Non bisogna fidarsi dei messaggi pubblicitari parola per parola.
Essi ritraggono una realtà che fa parte di un mondo fantastico.
Non sono veritieri.
Non possono essere contestati.

Nel senso che nessuno può contestare facilmente una frase di un messaggio pubblicitario con la stessa esposizione e sullo stesso piano che può avere un messaggio pubblicitario stesso. Certo, vi potete lamentare, potete intentare una causa, ma non potrete contestare facilmente la frase di un messaggio pubblicitario nel suo stesso circuito, così come fanno i blog oggi contestando le false notizie fornite dai media tradizionali.

Ma dev'essere così per forza?

 

Dobbiamo davvero rimanere schiavi di un sistema basato sulla promozione e sul marketing, nato dagli unici scenari dettati dalla nostra, ormai passata, era industriale di massa? Esistono ancora quei confini dettati dal fattore della scarsità di spazio, di tempo e di attenzione?

Nell'era dell'informazione, dove la parola abbondanza descrive solo in modesta parte l'onda gigantesca dei bit di informazioni che scorre intorno a noi, la scarsità è un gioco che viene fatto su di voi da parte di quelli che non sono in grado di guardare avanti, o che hanno grossi interessi nell'assicurarsi che noi non "diventiamo saggi" e scopriamo qualcosa di meglio.

Il nostro cervello sempre in movimento ama le infinite opportunità che i messaggi pubblicitari offrono al suo insaziabile desiderio di distrazione.

E' così anche per voi?

Cosa succederebbe se quello che leggete non fosse più circondato dalla pubblicità che gentilmente ed in modo sottile attira la vostra attenzione?

Vi piacerebbe visitare la Roma antica mentre una moltitudine di venditori ambulanti, prostitute e furfanti fuorilegge cercano di attirare continuamente la vostra attenzione?

Non che le società dietro a questi annunci pubblicitari che vediamo siano tutti come questi individui. Tutt'altro. Ma il punto è che i loro messaggi AGISCONO esattamente come se essi fossero quei personaggi: vi guardano e vi fischiano, vi fermano mentre state camminando, gridano e ballano davanti a voi per attirare la vostra attenzione. Quando noi in realtà siamo lì per ben altra ragione.

Abbiamo forse chiesto un'altra birra?
Ho detto che volevo un altro software?

Direi di no, ma comunque la pubblicità continua in ogni modo.

La cosa peggiore è che ci siamo talmente abituati a queste interruzioni pubblicitarie che le diamo per scontate. Pensiamo che questo SIA normale, un modo valido ed intelligente per promuovere e vendere. Pensiamo che sarà sempre così e che dovrà essere sempre così.

Ma le interruzioni pubblicitarie, così come noi le conosciamo, non sono altro che una strategia di comunicazione trasformata in una malattia dell'era della comunicazione di massa. Così è stato nello scorso secolo. Ci sono stati alcuni media importanti: la radio, la televisione, i film, i giornali con costi di produzione e distribuzione molto alti. Scarsità di tempo e di spazio per la messa in onda, un monopolio limitato e controllato di pubblico collegato ai pochi canali disponibili; poca attenzione da parte degli ascoltatori, degli spettatori e dei lettori, che hanno messo in discussione sul serio e senza pietà la validità degli annunci pubblicitari saltandoli ed evitandoli, portando i pubblicitari ad inventarsi delle soluzioni creative per penetrare, interrompere e depistarvi facendole passare per interessanti o divertenti. Così il cancro è cresciuto.

Non è necessario che sia così.

E se io volessi avere quel tipo di informazioni QUANDO lo decido io? Non quando lo decidete VOI (pubblicitari).

Cosa succederebbe se io dicessi: "datemi la lista di tutti gli annunci sui nuovi programmi antivirus"?

E se tutti gli annunci che vedete non avessero dimensioni diverse, con una grafica sempre diversa, ma fossero tutti standardizzati in modo da promuovere la fornitura di informazioni anziché la diffusione di espedienti visivi?

Cosa succederebbe se io potessi scegliere quanti di questi annunci vedere e come metterli in ordine e filtrarli?

Cosa succederebbe se si potessero mettere in ordine questi annunci in base ai clic degli altri lettori (popolarità), o per anzianità della società o dell'annuncio. Immaginate se si potesse avere una funzione avanzata, (proprio come il nuovo LookAhead di Surfax) che vi permettesse di pre-navigare in una certa categoria di prodotti e scegliere prima i servizi ed i prodotti davvero disponibili.

Cosa succederebbe se questo sistema di annunci basato sul consumatore avesse una funzione che permettesse a qualsiasi consumatore iscritto, di inviare commenti, dare un punteggio o condividere informazioni connesse a qualsiasi annuncio? Sarebbe un meraviglioso rovescio della medaglia per i consumatori. Finalmente non è solo la società produttrice che parla ma anche i consumatori ed i potenziali clienti che possono rispondere e fornire commenti su di un prodotto. Vi dispiacerebbe poter cliccare su di un annuncio qualsiasi e vedere questo rovescio?

Per quanto tempo potete continuare a vendermi qualcosa che non vale il suo prezzo, se io posso sempre leggere sul retro degli annunci e sapere cosa ne pensano di voi gli altri?

Dunque questa mattina ho immaginato una nuova linguetta tra le opzioni di Google Search. Ho detto: gli annunci.

Si tratta del primo passo per capire che non dobbiamo interromperci e danneggiarci a vicenda per inviare i nostri messaggi nel miglior modo possibile. Siccome Internet porta informazioni agli utenti in modo che essi interagiscano individualmente, è semplicemente solo saggio pensare avanti e cominciare a fornire informazioni commerciali in modo appropriato all'economia di abbondanza dei nuovi media e fornendo un modello di informazioni guidato dai consumatori.

Cosa ne pensate?

In realtà sto scrivendo questo contro tutti i miei interessi personali, dal momento in cui io vivo delle pubblicità mostrate a fianco di queste parole. Per me è una regalo dal cielo: mi permette di essere uno scrittore indipendente e di essere libero dall'avere un lavoro di otto ore per una società che vende qualcosa che nemmeno mi interessa. Mi rendo conto però che non è così che vorrei che le cose andassero nel futuro. Quindi compio questo umile passo per dire ciò che penso e come vorrei che andassero le cose.

Fatemi anche dire che potrei non essere così lontano da quello che avverrà. Guardate alla recente introduzione di Google AdSense sui mini annunci che permettono al lettore di cercare gli annunci che vuole e ditemi se Google o uno dei suoi principali concorrenti non prenderanno presto questo indirizzo.

 
 
 
 
 
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